TROPPO BRUTTA PER ESSERE JUVE

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Era la Juve, ma sembrava una squadra qualsiasi. Meglio: troppo brutta per essere Juve. Ma invece era lei, sperduta e impaurita nell’oceano del Wanda Metropolitano dove un popolo era tutto per Simeone. E il Cholismo si arrampicava in cima al mondo, in 90 minuti più recupero la massima espressione di simile concetto. Non sappiamo cosa sia successo alla Juve. Sappiamo che non ci si può presentare così dimessi in quella che doveva rappresentare la partita del mese e (forse) dell’anno. Inutile parlare di Champions come dolce ossessione se poi si arriva così impreparati, impauriti, ridimensionati. E a nulla serve dire “peggio di così non si può, risaliremo” se prima non si individuano le vere cause che hanno portato a un flop del genere. E’ un passaggio obbligato. Se ci avessero bendati, se ci avessero vietato di vedere il colore delle maglie, a tutte le squadre del mondo avremmo pensato fuorché alla Juve. Sì, è vero che spesso ad Allegri fanno due balle così sul fatto che la squadra non sia spettacolare, oppure molto coraggiosa nelle occasioni che contano. Ma ci ha colpito un altro aspetto, questo: le ingenuità di gente così esperta che si è consegnata al nemico come un pivellino alle prime armi. L’incapacità di organizzare una minima reazione dopo aver sentito il bruciore di uno schiaffo. La routine di un atteggiamento mediocre, stretto parente di chi è rassegnato a prendere un altro schiaffo e poi un altro ancora. Assurda chiave di lettura. Troppo brutta per essere Juve. E soprattutto ora ci vorrà probabilmente la migliore partita dell’intera gestione Allegri per ribaltare. Già, perché il Cholismo è anche un po’ l’esaltazione del masochismo: più mi attaccano, più godo. E in questo senso Simeone li ha organizzati a dovere, è difficile far gol all’Atletico. Ma è più difficile resistere alla tentazione di prestare il fianco, in fondo gli avversari non vogliono altro che questo: mentre tu li attacchi, ti dimentichi di coprirti, lasci qualche spazio che può diventare letale, loro in questo sono bravissimi e sanno come punirti. C’è un solo modo per medicare la ferita quando ti hanno dato tre bastonate sulle gengive e ti fa male da morire. Il modo è massaggiare l’orgoglio, ricordare chi sei e chi avresti dovuto essere. Troppo brutta per essere Juve: partendo da questo presupposto, si possono porre le basi per lasciarsi Madrid alle spalle e per organizzare quella che - almeno sulla carta - sembra l’impresa più complicata del recente percorso firmato Max.   Foto: Marca