Ultimo aggiornamento: giovedi' 19 dicembre 2024 00:30

UN GOL INSPERATO PER UNA RIMONTA PAZZESCA: EL-ARABI, EROE A SORPRESA DELL’IMPRESA OLYMPIAKOS

15.03.2024 | 15:00

Di tutto e di più quello che è accaduto in Maccabi Tel Aviv-Olympiakos, match valido per il ritorno degli ottavi di Conference League. Davvero pazzesca, infatti, la rimonta qualificazione messa in atto ieri sera dai greci sul campo neutro serbo della TSC Arena ai danni del club israeliano. Dopo l’1-4 maturato in terra ellenica la scorsa settimana, non sembravano infatti esserci più speranze di passaggio del turno per la formazione del Pireo. E invece, come spesso accade nel calcio, l’imponderabile ha preso il sopravvento. Chiedere per informazione a Youssef El-Arabi, centravanti marocchino degli Erithrolefki, che a 37 anni suonati è stato capace di prendersi la scena in meno di 15 minuti dal proprio ingresso in campo. Un’inaspettata notte da eroe. Si perché nel frattempo l’Olympiakos, come abbiamo anticipato, era stato capace di un qualcosa di straordinario: pareggiare nei 90′ lo svantaggio di 3 reti subito tra le mura amiche grazie a un roboante 4-1, che ha inesorabilmente allungato la gara ai tempi supplementari. Dunque il compimento della favola calcistica. Prima il 5-1 dei greci segnato in mischia dall’ex Serie A Jovetic, poi la zampata decisiva del 6-1 di El-Arabi, caparbio, generoso e astuto nel seguire in area l’azione del compagno Masouras, comprendendone il coefficiente di pericolosità. Una lettura da manuale per un calciatore che, nel corso della sua carriera, ha saputo farsi trovare pronto ogni qual volta chiamato in causa: quasi sempre al posto giusto nel momento giusto.

Alto 184 cm per 70kg, El-Arabi è un attaccante che fa dell’impegno e del fiuto del goal le proprie armi principali. Non è un fenomeno di tecnica e dribbling, ma quando il suo status mentale è al massimo della concentrazione riesce ad essere letale grazie al destro potente ed alla grande abilità nel gioco aereo. Gioca prevalentemente come centravanti, ma ha dimostrato a più riprese di sapersi muovere bene anche da seconda punta. Freddezza, velocità e spirito combattivo, tre caratteristiche chiave che, fossero state supportate da un carattere stabile e meno ballerino, avrebbero potuto permettergli di togliersi molte più soddisfazioni personali e di squadra, rispetto a quelle collezionate fin qui.

Nato da genitori marocchini il 3 febbraio del 1987 in Francia, a Caen, El-Arabi inizia a muovere i suoi primi passi nel mondo del calcio nel Mondeville, piccola compagine di un paesino non lontano da casa sua. Il ragazzino ha talento: riesce a debuttare a soli 18 anni in quarta divisione e non impiega molto a farsi notare proprio dalla società della sua città natale. Nel Caen cresce nella cantera, quindi nella formazione B. Il passo per la prima squadra è breve e nel 2009-2010 diviene uno dei protagonisti assoluti, con un bottino personale di 11 reti, della promozione in Ligue 1 dei transalpini. 365 giorni dopo, El-Arabi si consacra anche in massima serie, chiudendo la stagione con 17 reti su 37 partite. Le sue prestazioni non possono non richiamare le attenzioni della nazionale marocchina, che decide di convocarlo e di cui resta per circa un decennio il punto di riferimento in attacco. Non solo. Anche mezza Europa rimane estasiata dalle sue performance. Due le pretendenti maggiormente interessate: la Roma, su consiglio del proprio ds di allora Sabatini, e gli inglesi del Tottenham. A questo punto avviene la prima vera e propria svolta imprevista. Le trattative saltano e la punta decide di cedere a sorpresa alle offerte faraoniche degli sceicchi dell’Al Hilal, che gli propongono uno stipendio da 13 milioni di euro per 4 anni. In terra saudita conferma quanto di buono mostrato in Francia, ma il livello del campionato arabo non è alla sua altezza ciò lo spinge, dopo una sola annata ed una coppa nazionale vinta, a preparare le valigie. Tutto da rifare, si riparte nel 2012 dalla Liga spagnola e da Granada che sborsa 5 milioni per il suo cartellino, l’acquisto più oneroso nella storia del club spagnolo. Il ragazzo però stenta a prendere confidenza con il calcio iberico e delude le aspettative iniziali. Passa un anno e la musica cambia. El-Arabi riesce a sbloccarsi psicologicamente, mettendo insieme nella sua esperienza quadriennale coi Rojiblancos 45 gol in 134 gare. Poi nel luglio 2016 un’altra scelta improvvisa e non calcolata. Nel pieno della sua carriera, a 29 anni, firma in favore dei modesti qatarioti del Al-Duhail SC. Ancora una volta è la componente economica a giocare un ruolo determinante. Così l’attaccante si stabilisce per tre stagioni in Medio Oriente, prima di cambiare di nuovo idea e di accasarsi nel 2019 all’Olympiakos. Da quest’ultimo trasferimento la sua volontà di continuare a giocare ad alti livelli e di migliorarsi costantemente in nuove leghe. Mette in bacheca 1 coppa di Grecia e 3 campionati, riuscendo addirittura a togliersi la soddisfazione personale di segnare anche in Europa League e in Champions, in quest’ultimo caso andando a bersaglio nella fase a gironi della competizione contro un club prestigioso come il Bayern Monaco. Tutto questo fino alla serata magica di ieri, dove è stato protagonista ancora una volta. La dimostrazione che nel calcio la giovinezza è per lo più un fattore mentale.

Foto: Twitter Youssef El-Arabi