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UN SINISTRO VELLUTATO COME QUELLO DI SOULE’ E DYBALA: BARIDO, IL NUOVO TALENTO DELLA JUVENTUS

01.03.2024 | 15:00

Asse Italia-Argentina. Un binomio che, molto spesso, ha offerto racconti emozionanti di giocatori entrati di diritto nell’immaginario collettivo, così come nella storia del nostro campionato. E chissà che di lieto fine si possa parlare, anche questa volta, per Francisco Barido, neo acquisto 16enne della Juventus, giunto una settimana fa, quasi nell’ombra, dal Boca Juniors. Nonostante l’accordo fosse stato depositato lo scorso 31 gennaio, il club bianconero (a cui sarà legato fino al 30 giugno 2026) ha annunciato l’arrivo del giovanissimo talento solo in data 24 febbraio, ovvero dopo aver completato tutta la documentazione relativa al suo ingaggio. Il trasferimento a titolo definitivo in Italia è avvenuto a costo a zero e ciò per due ordini motivi. Primo, essendo ancora minorenne, il Boca non ha potuto rinnovargli il contratto in scadenza tesserandolo come professionista. Secondo, ha nel frattempo ottenuto il passaporto comunitario grazie alle origini croate della madre. Destinazione giovanili per il giovane talento, atteso dal proprio percorso di crescita nella selezione Under 16 allenata da Claudio Grauso. Si tratta, in ogni caso, di un calciatore dal vissuto già importante, sebbene la giovanissima età. E questo lo ha dimostrato subito, appena due giorni dopo dal suo passaggio alla Vecchia Signora. Davvero magico il sinistro a giro con cui, al suo debutto assoluto, ha realizzato una delle quattro reti, che hanno consentito ai suoi di avere la meglio sui pari età del Modena (risultato finale 4-1). Un’autentica perla, molto simile a quelle realizzate in bianconero da due suoi connazionali. Uno, Paulo Dybala, campione del passato recente, l’altro, Matias Soulé, che molto probabilmente lo sarà in futuro. Un’affinità percepita fin dal primo istante per movenze, caratteristiche, tenacia e capacità di essere sempre risolutivi con una singola giocata: quel sinistro vellutato da innamorarsi solo a guardarlo.

Nato il 1° gennaio 2008 in provincia di Buenos, per la precisione in quel di Adrogué, simile alla Joya ma con molta più velocità e altezza, Barido, pur potendo agire da ala, si distingue come il classico trequartista puro, un ruolo piuttosto in voga nel calcio del suo Paese. Dotato di grande personalità, ha quasi sempre indossato la maglia numero 10 in tutte le sue esperienze in carriera. Abbina eleganza e tecnica, mostrando una totale predilezione per il mancino, con cui è in grado di fornire assist preziosi e decisivi per i suoi compagni e di calciare in modo pulito e pericoloso da fuori area. Qualità queste, che ha sempre messo in mostra fin da piccolo e che gli sono valse le attenzioni di grandi club europei.

Tutto inizia infatti nella sua città natale, dove Barido cresce a pane e calcio nel piccolo club Progreso de Adrogué. La passione per questo sport gli viene trasmessa all’età di soli quattro anni da papà Javier, suo idolo fuori dal campo, mentre sul rettangolo verde il ragazzo inizia ad ispirarsi a Messi e Ronaldinho. Nomi non proprio a caso: i due avranno infatti un peso non indifferente sulla scelta del ruolo che deciderà di ricoprire in carriera. A 12 anni, poi, si trasferisce al Sakura de Burzaco, realtà distante soli 10 minuti da casa sua. Ed è proprio qui che attira per la prima volta l’interesse dell’Europa. In piena quarantena, anno 2020, realizza quasi per caso un video divenuto subito virale: le immagini lo mostrano scartare tre avversari in un fazzoletto e portare a spasso mezza squadra fino alla metà campo avversaria. Tanto basta per attirare gli osservatori del Barcellona, ma, nonostante l’insistente corteggiamento dei catalani, Barido viene convinto da Madoery, tecnico degli Esordienti del Boca Juniors, a restare in patria e a sostenere un provino con gli Xeneizes. È un ragazzo molto umile, rispettoso dentro e fuori dal campo con i compagni e gli avversari. È un mancino, molto abile e tecnico, ma è soprattutto un finalizzatore come pochi. Queste le sue dichiarazioni, dopo averlo visto per la prima volta giocare. Parole di qualcuno che ci ha visto subito lungo. Nei quattro anni trascorsi al Boca, Barido è infatti autore di una vera e propria scalata. Si distingue sia nelle giovanili del club argentino sia, soprattutto, in Nazionale. Corre il 2022 quando le sue prestazioni gli consentono di essere convocato per la prima volta nell’Albiceleste Under 15 di mister Pablo Aimar, ex Valencia e Benfica e campione del mondo in Qatar da secondo del ct Scaloni. Qui Barido, come anticipato, sceglie di vestire una maglia speciale, quella che tutti sognano un giorno di indossare: la 10. Il salto tra i grandi è presto compiuto. Nell’annata successiva, oltre a continuare a brillare nelle giovanili del Boca, riesce perfino a fare il suo esordio in Nazionale Under 16 con Pablo Ledesma in panchina (ex conoscenza del Catania). Tutto questo fino al passaggio definitivo alla Juventus di quasi una settimana fa, grazie al lavoro del responsabile del settore giovanile Massimiliano Scaglia e del suo staff. Una squadra attenta a cogliere quelle opportunità che lo scouting, come nel caso di Matias Soulé, è in grado di offrire. Il mercato argentino continua dunque a essere una fucina inesauribile di talenti per il calcio europeo. E anche Barido non fa eccezione, prospettando un futuro luminoso in maglia bianconera.

Foto: Twitter F.C. Juventus