United-Chelsea è Mou vs Conte: molto più di una rivalità, ecco tutte le tappe

Sarà Manchester United-Chelsea il piatto forte della domenica di calcio internazionale. Per la classifica, con vista Champions: i Red Devils secondi vantano 3 punti di vantaggio sui Blues quarti e che sognano l’aggancio. Ma soprattutto perché il big match metterà di fronte i due acerrimi rivali José Mourinho e Antonio Conte. In campo il bilancio dei precedenti sorride all’ex ct azzurro, impostosi tre volte sul lusitano, vittorioso soltanto in una occasione, con un pareggio a completare il quadro. Fuori dal rettangolo di gioco i due tecnici hanno spesso dato vita ad uno spettacolo non esattamente edificante. Ricapitolando gli episodi più salienti del “duello rusticano”, iniziamo dall’ottobre del 2016 quando il Chelsea ne rifila 4 a Stamford Bridge al Man Utd, con lo Special One a lamentarsi direttamente (“così è umiliante”) a bordo campo con il salentino per la sua esultanza smodata al momento del quarto gol. Scena ripresa dalle telecamere. Risposta di Conte in mixed-zone: “Io sono stato calciatore (Mou no, ndr) e so cosa vuol dire, non sbeffeggerei nessuno”. A marzo del 2017 nuovo capitolo della querelle, con i due che vengono addirittura separati in campo dal quarto uomo dopo le vibranti proteste di Antonio per un fallaccio di un calciatore dello United, match valido per i quarti di finale di FA Cup e vinto ancora dai londinesi. Il portoghese tra l’altro mima il numero 3 con la mano, per ricordare al pubblico i tre campionati da lui vinti con i Blues. Ad aprile Mou si impone nello scontro di campionato dell’Old Trafford, senza schermaglie. In questa stagione la situazione precipita: ad ottobre, in conferenza stampa, Conte sbotta: “Se Mourinho si riferiva a me, parlando degli allenatori che usano le assenze come alibi, gli dico che deve pensare alla sua squadra ed a se stesso. Pensa un po’ troppo al Chelsea, si preoccupi dello United”. Arriviamo a novembre, Morata castiga i Diavoli Rossi e a fine partita l’italiano si sottrae alla rituale stretta di mano al collega avversario. “L’ho aspettato, ma niente. Ho stretto la mano ai suoi assistenti, per me è lo stesso”, chiosa Mourinho. E Conte replica: “Il rispetto serve in campo, non fuori”. Ai primi di gennaio scoppia il putiferio: un batti e ribatti a distanza che si protrae per una settimana abbondante, di seguito riepilogato, ai fini di una maggiore immediatezza, con i seguenti virgolettati. Conte: “Io un pagliaccio a bordo campo? Dimentica cosa faceva lui in panchina, forse soffre di demenza senile”. Mourinho: “Non ho bisogno che lui mi ricordi che ho commesso degli errori in passato, altri ne farò in futuro. Quello che posso dire è che io non sarò mai squalificato per calcioscommesse”. Conte: “Se offendi un collega senza conoscere la verità, allora sei un piccolo uomo. E io penso che lui sia un piccolo uomo. Lo conosciamo tutti, è sempre lo stesso. Ricordiamoci quando offese Ranieri per il suo inglese, poi però quando Claudio fu esonerato dal Leicester andò in conferenza con la sua maglia, è una persona falsa. Chiarire? Magari alla prossima partita ci chiuderemo in una stanza, faccia a faccia”. Mourinho: “Conte? La prima volta ho risposto, ora scelgo il disprezzo, per me la storia finisce qui”. Conte: “La cosa è reciproca, ma la chiudo qui”. Poco più di una settimana fa, gli inviati de Le Iene, nell’intento di fare da pacieri, prima vanno a Manchester per fare autografare a José una maglia dello United, con il numero 1 e il nome di Conte: lo Special One fa buon viso a cattivo gioco e non si tira indietro. Poi si recano in conferenza stampa da don Antonio, che però rifiuta il “cimelio”: "Puoi riprenderla, tienila tu”. Niente di rilevante da segnalare nelle conferenze pre-partita: nessuno dei due ha aggiunto carne al fuoco, Mou ha salomonicamente definito l’avversario “un ottimo tecnico”, Conte ha bollato come “non interessante” la questione stretta di mano. A questo punto non resta che attendere il nuovo capitolo, il fischio d’inizio all’Old Trafford è previsto per le 15.05. Foto: The Sun