Vagnati, le domande comode e la verità a modo suo
La vicenda
Torino non dobbiamo risolverla certamente noi, sono cose che non ci competono. Ci lasciassero almeno la libertà di qualche riflessione, a quella teniamo molto. La prima considerazione: durante l’esperienza granata
Davide Vagnati ha dimostrato di non essere all’altezza del ruolo, direttore sportivo in carica. Non a caso in più di un’occasione Juric ha avuto nostalgia per
Tony D’Amico, ora in azione a Bergamo, altro passo e altra velocità a Verona. La seconda: quanto accaduto ieri è di una gravità estrema, non distribuiamo colpe, ma la gravità è qualcosa di incancellabile. La terza: Vagnati ha scelto una strada per spiegare, ovviamente a modo suo, mettendola sul piano di “
tarallucci e vino”.
“Sì, è normale che accada, con il mister abbiamo chiarito”. Una roba insopportabile anche questa, soprattutto perché non è stata fatta una domanda in controtendenza. La quarta riflessione, appunto: Vagnati dice di aver risolto con un abbraccio all’allenatore, sorvoliamo, ma perché non spiega chi era il “testa di c...” da lui citato durante il battibecco (eufemismo) con Juric? “Abbi rispetto di chi ti ha sempre difeso da quel testa di c...”. Vagnati, visto che non glielo chiedono, lo può spiegare lei? Mettendoci quella velocità spesso sconosciuta e magari facendo un approfondito esame di coscienza. Oppure è soddisfatto dello 0-0 di ieri dopo aver scelto con chi parlare? Faccia lei..." Foto: sito Torino