Ultimo aggiornamento: domenica 22 dicembre 2024 11:51

Vanoli: “Ho scelto il Torino per la sua storia. I tifosi granata hanno qualcosa in più”

13.09.2024 | 18:58

Intervistato sul canale Youtube ufficiale della Serie A, il tecnico del Torino Paolo Vanoli ha raccontato i motivi per il quale ha scelto di allenare il club granata, legati soprattutto a questioni storiche e fortemente identitarie. L’ex Venezia vira poi sulle tante interessanti individualità presenti in rosa, come per esempio Coco e Adams. Ha parlato poi di Zapata, a cui è stata affidata la fascia da capitano.

La scelta di allenare il Torino: “Il Toro è storia. Ho detto sì per l’emozione e l’orgoglio di poter vestire e guidare questo grande club che ha una storia importantissima. Ho visitato Superga e mi è venuta la pelle d’oca. Da quando sono diventato un giocatore professionista mi è stato raccontato di questo posto magico. Per fare grandi cose bisogna conoscere la storia del club e il mio primo pensiero è stato visitare questo luogo per capire cosa fosse il Toro. Quando sono salito a Superga sono rimasto a bocca aperta”.

I tifosi: “Si è visto nella prima partita di campionato ma anche in ritiro quanto sono importanti. Devo essere bravo a unire perché penso che i tifosi, soprattutto quelli del Toro, abbiano qualcosa in più. E tutti insieme dobbiamo riuscire ad avere qualcosa in più per diventare qualcosa di unico. Il mio primo obiettivo è dare una mia identità, una filosofia di gioco: siamo in un processo, i processi sono lunghi e serve pazienza ma i ragazzi ci stanno mettendo impegno”.

Zapata: “Quando scelgo il capitano, lo faccio trovando qualcuno che rappresenti il club a 360 gradi. Il capitano deve rappresentare i suoi compagni e Zapata lo fa bene. Ha l’esperienza e la maturazione giusta per mettersi questa fascia che a Torino è molto importante”.

Coco e Adams: “Ottima impressione, si sono subito integrati nel gruppo in una filosofia di calcio completamente diversa. Stanno imparando e crescendo, possono darci tanto”.

Obiettivi: “Noi dobbiamo avere un obiettivo temporale abbastanza vicino: diventare una squadra e avere un’identità. Il proseguo degli obiettivi si vedrà dopo, ora concentriamoci su questo. Ma quando inizio un nuovo lavoro, io sogno sempre e lo faccio in grande. Dentro di mese voglio che ogni giocatore sogni, poi il sogno piano piano bisogna saperlo realizzare”.
Foto: Instagram Torino