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VELOCITA’, TECNICA E SENSO DEL GOL: VINCENZO MILLICO, IL DIAMANTE DEL TORINO

03.08.2019 | 13:00

Classe 2000. Attaccante moderno. Vincenzo Millico nasce come esterno offensivo, ma si consacra come prima punta. Centravanti brevilineo, abile tecnicamente. Pecca un po’ sulle palle alte a causa dei 174 centimetri d’altezza. È stato acquistato dal Torino all’età di 14 anni dalla Juventus,  nella stessa estate in cui Moise Kean passò dal Toro alla Juve. Incrocio voluto? No, ma quasi come fosse un segno del destino. Andò via dai bianconeri perché il suo talento anarchico non sempre veniva accolto bene: “Sei troppo innamorato della palla”, gli dicevano. “Sei troppo testardo”. E infatti anche nella nuova realtà non è subito riuscito a sfondare. Che avesse il gol e il talento era indubbio. Il suo primo allenatore, AlessandroSpugna (ora alla guida della selezione Primavera femminile della Juventus), faticò molto per farlo crescere: prima di tutto, la sua classe un po’ egocentrica doveva piacere ai compagni. Poi, a se stesso. Perché la storia di Millico, che in quel ruolo di esterno “alla Robben” – dicono in molti – aveva avuto dei predecessori nelle giovanili come Parigini e Edera, è anche figlia di un’insicurezza rabbiosa diventata a poco a poco talento cristallino. Il destro è il piede naturale, esaltato da un movimento quasi ossessivamente cercato nel corso delle gare: da sinistra verso il centro, per poi inventare. Millico, d’altronde, nasce come ala mancina. E non a caso è Lorenzo Insigne il suo mito, un giocatore che ha costruito le sue fortune proprio in quella zona di campo. Come il campione di Fuorigrotta, l’11 della Primavera granata non è di fisico statuario, ma fa della velocità e del dribbling le sue armi predilette. Sgusciante e imprevedibile, l’estro dell’attaccante è venuto fuori con il tempo. Nella stagione 2017/2018, Coppitelli lo ha lanciato gradualmente nella mischia. Contro l’Udinese, nel 7-1 del 18 novembre 2017, la prima doppietta in campionato. I suoi numeri con la Primavera del Torino sono strabilianti. Ha una media di un gol ogni 60′ di gioco. Più di un gol a partita, senza considerare gli assist serviti ai compagni. Stiamo parlando di un 18enne, destinato al salto definitivo in prima squadra già dalla prossima stagione. Allenare e giocare con Belotti e Zaza (senza dimenticare Iago Falque) non può che far bene alla crescita del buon Vincenzo Millico. Da lì è stato un crescendo (cinque gol nel Primavera 1) fino all’infortunio al menisco che lo ha colto in un derby, a metà febbraio.Il lungo recupero lo ha costretto ai box fino a fine stagione. Fino alla sfortunata doppia sfida play-off contro la Fiorentina. La fine che diventa l’inizio di un sogno: nel segno del viola, Millico è tornato a stupire. E il Torino se lo coccola.