Vendetta, tremenda vendetta: re Ciro castiga ancora la Juve, che in lui non credette mai
La vendetta è un piatto che va servito freddo,
Re Ciro lo sa bene. Due gol il 13 agosto, con
Supercoppa in bacheca, due gol stasera all’Allianz Stadium (che era inviolato da oltre due anni):
Juve ancora castigata dall'ex dal dente avvelenato, la stessa
Juve che in lui non credette mai. Basta un dato: appena 35 i minuti accumulati con la prima squadra bianconera dall’attaccante campano, che in Primavera aveva fatto letteralmente sfracelli conquistando due Viareggio. Un minutaggio emblematico, malgrado la
Vecchia Signora per ben sette anni avesse mantenuto il controllo del cartellino di Ciro, spedito regolarmente in giro per l’
Italia tra prestiti e comproprietà
: Siena, Grosseto, Genoa, Pescara e
Torino. Nemmeno dopo l’annata 2013-14, che aveva visto
Ciro laurearsi capocannoniere della Serie A in granata (dopo esserlo stato già in B con
Zeman), la
Juventus cambiò opinione. Anzi, l’offerta del
Borussia Dortmund fu vista come una chance da cogliere al volo: compartecipazione risolta a favore del Toro e via libera per
Immobile in
Germania. Il resto è storia nota,
Ciro in terra teutonica non ha lasciato tracce rilevanti, idem a
Siviglia e nel gennaio 2016 torna in A, ancora al
Toro, per poi trasferirsi alla
Lazio a titolo definitivo l’estate successiva. L'Aquila biancoceleste, la sua dimensione ideale: 26 gol la scorsa stagione, addirittura già 15 nei primi due mesi di quella in corso: 11 in campionato, 2 in Europa League e appunto 2 in Supercoppa. In soli 876 minuti giocati, alla media di un gol ogni 58,4 minuti. Foto: sito ufficiale Lazio