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Ventura: “Italia-Svezia? Avrei dovuto lasciare prima, io delegittimato come Sampaoli. Futuro? Ho voglia di allenare”

08.10.2018 | 12:27

Ventura

Gian Piero Ventura, ormai ex commissario tecnico della Nazionale azzurra, ha parlato durante la trasmissione Pressing andata in onda su Canale 5 toccando diverse tematiche: “Italia-Svezia? Ci ripenso, ma non nel senso che magari si può pensare. Molti ripensano alla partita con la Svezia, io penso a quello successo prima di quella sfida. Siamo arrivati alla partita con la Spagna dopo 8 vittorie e 2 pareggi con Spagna e Germania, con 14 giocatori che avevano esordito e con gli stage dove molti giovani si sono avvicinati alla magli azzurra. Tutto questo prima della Spagna perché prima della Spagna io ero l’allenatore della Nazionale. Poi abbiamo perso contro la Spagna ma era uno scenario prevedibile: in quel momento loro erano una delle squadre più forti del mondo e tutti dicevano che molto probabilmente saremmo andati ai playoff. Poi quando è successo questa cosa non è stata più accettata. Mi sono dato un’infinità di colpe personali quando ho capito che non ero più l’allenatore e avrei dovuto lasciare molto prima. Le colpe sono state anche di aver accettato delle situazioni che ritenevo inaccettabili. Ad esempio, quando sono stato delegittimato, nel momento in cui sono stato nominato il nuovo CT. Le gare con la Svezia sono state due sfide in cui non abbiamo subito neanche un tiro, dove abbiamo sbagliato gol a porta vuota e preso pali a portiere battuto. Ma nel calcio ci sta non ottenere il risultato, è il come ci siamo arrivati che non è andato bene: non c’erano i presupposti per una vittoria. Io dopo la Svezia ho sentito alcuni giocatori come Buffon. Per me è stata una ferita umana perché quello che è successo dopo è stato grave. Sono state dette un sacco di falsità, come che sono scappato dal ritiro e altre cose terrificanti. Non ho querelato perché era un momento in cui non avrebbe avuto senso. Con Lippi sarebbe stato diverso, non mi avrebbero delegittimato. Ma ormai è il passato, ho visto Mancini e gli ho fatto l’in bocca al lupo perché ne ha bisogno. Il tempo adesso sta spiegando che è un sistema difficile. Abbiamo un’infinità di giovani potenzialmente forti, come Chiesa, Bernardeschi e Barella, ma il vero problema è il sistema che rende difficile tutto questo. Oggi non ci sono più i blocchi di una sola squadra, adesso quando va bene abbiamo due giocatori per squadra che giocano in maniera diversa e si ha poco tempo. La sconfitta con la Svezia ha un valore epocale, su questo non c’è dubbio. Devono essere accettate anche le critiche più accese ma non va offeso l’uomo. Non c’è stato rispetto e questo un po’ mi ha ferito. In quei momenti mia moglie mi è stata molto vicino. Il Mondiale ha dato un sacco di risposte, non credo ci sia stato un calcio straordinario ma ha spiegato molte cose. Ha spiegato cosa significa delegittimare un allenatore come è successo a Sampaoli, ha spiegato che cacciare un CT il giorno prima del Mondiale destabilizza una delle nazionali più forti al mondo. Nel calcio le parole hanno un senso ma i fatti sono altri. Futuro? Mi auguro che la mia carriera non sia finita. Non posso pensare che due sconfitte cancellino 35 anni della mia vita. Non posso pensare che attenuino la mia voglia. Ho grande voglia di tornare in campo per dare risposte, ho delle scariche di adrenalina pazzesche. Ho ricevuto delle proposte, adesso vediamo. Ho passato un’estate lunga e preferisco non ripetere questa esperienza”.

Foto: Vivoazzurro