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Ventura si presenta: “Sono uno sponsor dei giovani, ma servirà pazienza. Su Pellè…”

19.07.2016 | 16:50

Tempo di presentazione alla stampa per Giampiero Ventura. Queste le prime dichiarazioni del 68enne allenatore genovese nei panni di nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana: “Sono felice di essere qui, ma soprattutto orgoglioso di essere stato scelto a rappresentare una delle nazioni più importanti dal punto di vista calcistico. Ringrazio il presidente Tavecchio, in questi giorni mi è stato vicino, ma anche Antonio Conte, perché mi ha lasciato una squadra con delle conoscenze, con una cultura del lavoro che poi è la cosa che mi ha accompagnato nel percorso calcistico. Sono leggermente avvantaggiato, ho scoperto di avere pochissimo tempo, avere qualche base in più rispetto a lui mi aiuta. L’Europeo ci ha dato la consapevolezza che attraverso l’organizzazione e le conoscenze, la compattezza e la disponibilità, attraverso l’unione si possono raggiungere traguardi più importanti. Per gli obiettivi abbiamo bisogno di tutti, c’è stato un grosso riavvicinamento per la maglia azzurra e ripartirò dal lavoro di Conte. Emozioni? Purtroppo per me non ho più l’età per emozionarmi. La realtà del nostro campionato è quella che poi ha detto il nostro Europeo. Di giocatori ne sono rimasti a casa pochi, sono stati convocati quasi tutti. Il problema del nostro calcio è abbastanza evidente. Ci sono molti giovani in rampa di lancio e parecchi esterni offensivi di qualità, penso ad El Shaarawy, Bonaventura e tanti altri. Noi giochiamo contro la Francia il primo di settembre, io li vedo tre giorni prima, sono pochi, la base di partenza non potrà che essere quella dell’Europeo. Ma io sono uno sponsor dei giovani. Il modulo? Il 3-5-2 va a penalizzare gli esterni. Ora dobbiamo pensare alla qualificazione all’Europeo, poi piano piano vedremo di trovare l’assetto, servirà pazienza per una crescita graduale. Quando c’è un calcio organizzato può essere migliorato solo nei dettagli. In poco tempo il mio predecessore ha fatto qualcosa di importante e che spero sia rimasto, io spero di fare benissimo. Nodo Barzagli? Non ci ho ancora parlato, ma se voglio partire da dove ha lasciato Conte è evidente che lui diventerebbe un giocatore che fa comodo alla Nazionale. Pellè fuori dai radar come Pirlo? Al di là delle età diverse, è da verificare. Il 50% è la Cina, il resto sono gli stipendi importanti, un giocatore dev’essere forte psicologicamente e caratterialmente per fare queste cose. Diamanti quando è andato in Cina, nonostante la qualità, poi la Nazionale l’ha persa. Ma i 23 dell’Europeo, per quello che hanno dato, meritano che io ci parli. Non è che parlerò solo con quei 23, parto da loro ma poi vediamo anche gli altri. Credo che Marchisio e Verratti siano importanti, ma anche Berardi, Perin o Donnarumma. Ce n’è un’infinità, il vero problema è il poco tempo da sfruttare per non bruciare le potenzialità. Il mio ingaggio? Non guadagnerò un euro in più per allenare la nazionale, la Federcalcio ha rilevato furbescamente il mio contratto. Quindi neanche un euro in più! In carriera non ho vinto molto? Dipende cosa significa avere vinto, se parliamo di campionati o coppe diciamo la verità, obiettivamente è difficile o impossibile vincere se non alleni le cinque squadre più forti del campionato. Se invece vincere significa prendere ragazzi di vent’anni e poi mandarli in Nazionale, oppure avere una squadra che perde 20-30 milioni di euro l’anno ma dopo quattro anni si ritrova con 150 milioni di euro di plusvalenza…beh, per me significa qualcosa. Balotelli? E’ come tutti gli altri se gioca e fa il professionista. Tecnicamente non si discute ma deve lavorare su se stesso. Chi arriva al posto di Lippi? Di nomi per sostituirlo non ne faccio, è compito del presidente. Marcello è un amico, siamo cresciuti insieme, c’è un rapporto. Non è colpa di nessuno se lui non c’è. Mi avrebbe fatto piacere se ci fosse”.

Foto: Twitter Nazionale italiana