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Ventura: “Sono un allenatore, non un selezionatore”

29.08.2016 | 15:08

“Io mi sento un allenatore, ho fatto solo questo in carriera. Non vedo l’ora di tornare su un campo di calcio, non ero mai stati così lontano dai campi di gioco”. Già, parole e musica di Giampiero Ventura, il nuovo c.t della nazionale. Il campo gli mancava, ora lo troverà da selezionatore. Pronti via, parte la legislatura di Ventura sulla panchina della nazionale italiana: l’ex tecnico del Torino raccoglie il retaggio tramandato da Antonio Conte ed è pronto a fare sul serio. Quest’oggi, in conferenza stampa, ‘Mister Libidine’ ha parlato con i giornalisti per presentare il suo ciclo in vista delle partite contro Francia ed Israele: “La Nazionale rappresenta la parte sportiva della Nazione, è sempre stata vicina alla famiglie colpite da questi terribili eventi. Vogliamo fare qualcosa di utile e bello, speriamo di riuscire a fare una sorpresa”
Sui convocati: “Ripartiamo dall’Europeo, ho tre giorni a disposizione, non c’è il tempo materiale per fare dei cambiamenti. Ho mantenuto quasi tutto il gruppo che aveva fatto bene all’Europeo. Ci sono delle situazioni particolari, come quelle relative a Zaza e Sirigu. Abbiamo chiamato un po’ di giovani con un po’ di difficoltà perché l’Under 21 il 2 settembre gioca una gara importantissima”.

Modulo:  “Fino a quando il modulo sarà questo, il 3-5-2, per gli esterni offensivi sarà difficile trovare spazio, vedi El Shaarawy e Berardi. Mi è stato proposto di fare degli stage, io preferirei fare degli incontri con i giocatori che restano fuori a causa di questo modulo, in modo da portare avanti altre idee di gioco per costruire piano piano lo zoccolo duro della Nazionale del futuro. Ci sono giocatori di prospettiva, ma forze ancora alcuni ragazzi non sono pronti per vestire la maglia azzurra. Vorrei fare questi raduni proprio per questo, per farli sentire a casa. Tutte le società che ho incontrato sono entusiaste di questa idea”.

Sulle prime amichevoli: “Per una nazionale conta di più il risultato. Se poi il risultato arriva dopo una buona prestazione tanto meglio. La vittoria non è un obiettivo, è la conseguenza di quello che fai in campo”.

Su Conte: “Ha fatto un Europeo importante, voglio dare continuità al progetto di Antonio. Se seguo la sua scia fra due anni so dove andare, al Chelsea. È estremamente stimolante raccogliere la sua eredità”.

Su Belotti: “È qui perché lo conosco e perché sta facendo bene. Ha voglia ed entusiasmo. Vale per lui ma vale anche per gli altri giovani, come Donnarumma, Rugani e Bernardeschi, che sto provando in ruolo diverso rispetto a come lo utilizzava Conte”.

Foto: F.I.G.C