Vialli: “La mia malattia un lungo viaggio. Scudetto a tavolino alla Juve? Meglio non assegnarlo”
Gianluca Vialli torna a parlare. Dalla malattia al calcio, ecco le sue parole ai microfoni di
Repubblica:
"Sto bene. A dicembre ho concluso 17 mesi di chemioterapia, un ciclo di 8 mesi e un altro di 9. E' stata difficile, anche per uno tosto come me. Dal punto di vista fisico e mentale. Gli esami non hanno evidenziato segni di malattia. Sono felice, anche se lo dico sottovoce. Ritrovare la salute significa vedersi di nuovo bene allo specchio, vedere i peli crescere di nuovo, non doversi più disegnare le sopracciglia con la matita. In questo, mi sento fortunato rispetto a tante altre persone. La mia malattia è stata un viaggio, un percorso di introspezione. Ovviamente ne avrei fatto volentieri a meno, però è successo e io l’ho presa come un’opportunità. La Juve e la possibilità di uno scudetto a tavolino? Non lo vorrei, non dopo quello che sta accadendo. Bene se si potrà chiudere la stagione in qualche modo, in sicurezza. Altrimenti, meglio non assegnarlo. In Italia bisognerebbe lasciare da parte gli interessi personali e gli egoismi, anche se qualcuno di certo ci rimetterà, e fidarsi dei pareri di medici ed esperti. Taglio stipendi? Non devono essere solo gli atleti a sostenere il sacrificio. Mi sembra interessante quanto sta avvenendo in Inghilterra, dove è stato creato un fondo di solidarietà alimentato da una quota dei guadagni dei giocatori: i fondi li distribuiscono loro, direttamente alla sanità pubblica". Foto: screenshot Rai Uno