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VINCENZINO OLTRE IL MERCATO

24.10.2016 | 00:10

Montella

Un mercato insufficiente, Vincenzino oltre il mercato. Già, perché bisogna dare grandi meriti a Montella: l’estate del Milan era scivolata via in piena indifferenza. E non è certo un caso se, per un motivo o per un altro, i vari Pasalic, Sosa e compagnia siano stati utilizzati con il contagocce. Montella ha trascorso settimane intere inseguendo qualche sogno, in modo particolare Musacchio e Badelj, alla fine si è rimboccato le maniche e ha trovato la formula. Il Milan del sacrificio, il Milan dei giovanissimi al potere, il Milan che non imbarca più acqua in difesa, il Milan che si diverte quando riparte negli spazi. Soprattutto: il Milan che è diventato una squadra, non ci sembra poco. Non sappiamo come finirà, la strada è lunga e una svolta societaria dietro l’angolo. Ma sappiamo una cosa: Montella non è allenatore da treno in corsa, basti e avanzi l’esperienza con la Samp. Montella è un allenatore da laboratorio. I maligni giurano che da quando lui è andato via da Firenze Paulo Sousa ha approfittato per cinque o sei mesi del suo lavoro. Poi la luce da viola è diventata giallastra. Ma sappiamo che i maligni sono in servizio permanente effettivo.
Premessa: gli allenatori freschi di nomina, soprattutto quando hanno la bravura e la fortuna di avere in premio il Milan, di sicuro qualche soddisfazione dal mercato ce l’hanno sempre. Vincenzo no. Sperava di poter agganciare Badelj, picche. E si è inventato Locatelli, per l’ennesima disgrazia che ha coinvolto Montolivo. Ma ha fatto talmente tante di quelle cose che non rendergli merito sarebbe un’ingiustizia vera. Dopo aver inseguito Musacchio, ha rispolverato Paletta e non si offenda Gomez se pensava di avere una maglia da titolare assicurata. Si è concentrato su Niang, sbattendogli i pugni sul petto, catechizzandolo come si fa nei riguardi di un autentico talento che aveva perso qualche autobus importante, facendo incazzare di brutto gli allenatori che puntavano su di lui. Niang era finito sul mercato in un paio di occasioni, ora per il Milan è il grimaldello. Possiamo continuare: Bacca era con la valigia sull’uscio, l’ha disfatta; Suso era considerato un equivoco tattico, bravino e tecnico ma spesso fumoso, responsabilizzato anche lui. Tanti discreti ingredienti non obbligatoriamente fanno un frullato saporito e gustoso, Montella ci è riuscito. E il Milan divenne una squadra, evento di assoluto spessore se si considerano le paturnie e le sofferenze, tattiche piuttosto che psicologiche, che avevano caratterizzato le ultime stagioni. Un risultato centrato a fine ottobre, dopo tutte quelle salite che poi si erano tramutate in un falsopiano. I meriti di Montella sono enormi, comunque vada la prossima partita.
Ora il Milan non deve sbattersi troppo pensando al futuro, pensando a chissà cosa. Sta per vivere un momento epocale, bisognerà raggiungere equilibri congedandosi dal vecchio gruppo societario e accogliendo il nuovo. La sessione di gennaio deve essere ponderata, avremo tempo e modo di riparlarne. Intervenire in modo mirato, chirurgico, proficuo, rinviando all’estate tutte le altre situazioni, quelle della definitiva svolta. Non sono piccole riflessioni, piuttosto figlie della consapevolezza che il Milan ora è una squadra, tanti vagoni attaccati allo stesso treno, senza il timore che si possa deragliare da un momento all’altro. Si può perdere una partita, ma questa è un’altra storia. Il treno rossonero viaggia verso la stessa direzione, non è poco.
Vincenzino oltre il mercato: è un messaggio limpido, figlio del lavoro. Dedicato a chi pensa che gli allenatori contino il 20 per cento. E’ vero il contrario: quando fanno danni, posso riuscirci all’80 per cento. Tutto il resto conta zero.

Foto: Twitter Milan