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VINCENZO MONTELLA, L’AEROPLANINO ATTERRA A MILANELLO

29.06.2016 | 09:15

Sette mesi e tredici giorni, tanto è durata l’avventura di Vincenzo Montella alla guida della Sampdoria. Dal 15 novembre del 2015, quando arrivò l’annuncio al termine di un lungo tira e molla per la clausola con la Fiorentina, alla sera del 28 giugno del 2016, con l’ufficialità del Milan a sancire l’avvento dell’Aeroplanino sulla panchina rossonera. Tra queste due date una parentesi deludente, con una salvezza sofferta all’esito di un cammino tutt’altro che esaltante. All’entusiasmo iniziale di Massimo Ferrero, fiero di aver centrato quello che appariva un vero e proprio colpaccio per la sostituzione di Zenga, ha fatto da contraltare la burrasca dell’8 maggio, con la furente querelle con il ds Osti dopo il derby della Lanterna malamente perso davanti al pubblico amico. In quel momento il futuro di Montella in blucerchiato sembrava segnato, sebbene nelle ore successive il caso fosse rientrato. Invece i due successivi summit col vulcanico presidente, che il 17 maggio si era pubblicamente esposto circa la permanenza del tecnico, sembravano aver riportato il sereno.

Poi però si è materializzata nuovamente la sirena Milan. Dopo aver chiuso brillantemente l’operazione Lapadula, Galliani e Berlusconi avevano da risolvere il rebus panchina. Giampaolo non convinceva abbastanza, la conferma di Brocchi avrebbe rappresentato un azzardo e così il club meneghino ha rotto gli indugi, dando seguito alle riflessioni presidenziali dello scorso marzo, quando su questo sito vi avevamo anticipato che, ove la scelta del nuovo allenatore fosse spettata all’attuale management, il profilo di Vincenzino avrebbe rappresentato l’ideale per il patron, poiché aderente all’idea di calcio da sempre a lui cara. Ne avevamo riparlato a maggio: nei giorni delle frizioni post derby, Montella si era riavvicinato tantissimo al Milan, che però poi decise di mettere in stand-by la questione per concentrarsi sulla situazione societaria. Svolta che tarda ancora ad arrivare, con tempi allungatisi a dismisura (in questo caso il Diavolo avrebbe dovuto prendere esempio dall’Inter, che in due anni e mezzo ha completato ben due passaggi del pacchetto di maggioranza), Berlusconi costretto ad abbandonare la scena per sottoporsi all’intervento al cuore. Ma esigenza comunque pressante di non perdere terreno, ulterore, nella programmazione della nuova stagione. Questa la seconda parte dell’esegesi della svolta Montella, identikit evidentemente gradito anche alla eventuale futura proprietà con gli occhi a mandorla.

Ad ogni modo, Vincenzo, dopo non aver fatto bene salendo in corsa sul treno Samp, è caduto in piedi al punto da meritarsi uno scranno “pesante” come quello rossonero. Il Milan viene da quattro anni negativi, per il terzo di fila è finito addirittura fuori dall’Europa. E ora toccherà a Montella dimostrare di poter riuscire dove – prima di lui – Mihajlovic, Inzaghi e Seedorf hanno fallito. Per il 42enne tecnico di Pomigliano d’Arco si tratta della quinta esperienza in panchina: dapprima ci furono i tre mesi alla Roma, che il 21 febbraio del 2011 lo promosse dai Giovanissimi per raccogliere l’eredità del dimissionario Claudio Ranieri. A soli 36anni Montella fece intravedere buone cose, ma non furono sufficienti per meritarsi la conferma della proprietà americana, che gli preferì Luis Enrique (disastroso all’ombra del Cupolone, stravincente una volta tornato alla casa madre Barcellona). A puntare a occhi chiusi su di lui però fu il Catania, che il 9 giugno del 2011 lo accolse venendo ripagato con calcio di qualità e una bella salvezza. Infine il triennio alla Fiorentina, campionati chiusi sempre al quarto posto, ai piedi del palazzo Champions. All’attivo, sarebbe ingeneroso parlare di passivo considerando il livello della rosa (buono ma non eccelso), anche una finale di Coppa Italia (ko contro il Napoli nel 2014) e le due semifinali del 2015, perse contro Juventus e Siviglia rispettivamente in Tim Cup ed Europa League. Dopodiché ci furono le stucchevoli settimane che portarono al divorzio dal club dei Della Valle, a suon di dichiarazioni al vetriolo.

Il resto ve l’abbiamo già raccontato, ma prima di chiudere è d’obbligo snocciolare i numeri del Montella calciatore, prolifico attaccante protagonista della nostra Serie A dal 1996 al 2009 con le maglie di Sampdoria e Roma, compresi i due ritorni a fine carriera ed eccezion fatta per i 6 mesi al Fulham in Premier League nel 2007. Prima? La formazione giovanile in quel di Empoli, club che lo lanciò in prima squadra nel 1991 in Serie C1. Quattro anni dopo la splendida avventura sotto l’altra luce della Lanterna, quella rossoblu: 21 reti in B con il Genoa, indossando la cui maglia vinse la vecchia Coppa anglo-italiana. Mentre lo score totale parla di 230 gol in 471 gare ufficiali a livello di club; 20 le presenze in Nazionale, impreziosite da 3 segnature. A Roma gli unici trofei collocati in bacheca, entrambi nel 2001: scudetto e Supercoppa italiana. Da allenatore invece, va menzionato come riconoscimento individuale il Premio Bearzot vinto nel 2013. Il tempo delle parole adesso è finito, da ieri sera Vincenzo Montella è a tutti gli effetti il nuovo allenatore del Milan, biennale da 2,3 milioni a stagione più bonus, e adesso va pianificato un mercato all’altezza delle aspettative. Sperando in buone nuove dalla Cina…

 

Foto: Twitter Milan