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Weiss, sulle orme di padre e nonno per stupire Pescara

03.08.2012 | 13:31

Agire alle spalle del padre è difficile. Difficilissimo. Per ogni figlio d’arte. Pensate a Jordi Cruijff, per esempio: inizio promettente tra Barcellona e Manchester United, e poi parabola discendente in quanto le aspettative di arrivare ai livelli del padre Johan sono impossibili da sostenere. Ma c’è chi sente ancor più pressione. Perché non solo deve rendere conto al padre Vladimir, ex giocatore ed ex allenatore della Nazionale, ma anche all’omonimo nonno Vladimir, anch’egli ex giocatore di alto livello. Il suo nome? Vladimir. Beata fantasia…

Il Pescara mette le ali grazie a Vladimir Weiss, promettente esterno slovacco. Talmente promettente da essere inserito dalla prestigiosa rivista spagnola “Don Balon” nella lista dei migliori giocatori nati dopo il 1989. Ovvero proprio il suo anno: vede la luce a Bratislava (e non poteva essere altrimenti…) e con una famiglia simile non può che giocare sin da piccolo a calcio. E non in una società qualsiasi, bensì nell’Inter Bratislava, tra i settori giovanili più attrezzati della Slovacchia. 

Ma nel 2006 c’è chi capisce che il terzo membro della dinastia Weiss ha tutte le carte in regola per sfondare. E’ il Manchester City, che lo porta nella “cantera” per terminare la trafila delle giovanili. Fino all’esordio in prima squadra: 24 maggio 2009, e vittoria per 1-0 in campionato col Bolton. 

Ed è destino. Perché è proprio al Bolton che si trasferirà nel gennaio 2010. 13 presenze, ma zero gol. Perché sarà anche un’ala destra veloce, ma di spazi in area ne trova difficilmente. E se non segni il rinnovo risulta difficile. nonostante l’exploit ai Mondiali, col paddre come coach. Conseguenza: passaggio ai Rangers. 

Dimensione diversa, risultati diversi. 23 partite e cinque gol segnati, nonché la soddisfazione di esordire con assist in Champions League. Il prestito, però, scade. E Weiss III cambia ancora e va in Spagna. 

Destinazione: Espanyol. Dove non solo colleziona 28 ‘caps’ conditi da tre reti, ma viene soprannominato “il nuovo Robben” per la facilità con cui giunge alla conclusione in porta. Per la gioia del padre. Che lo seguirà anhe a Pescara. Obiettivo: far rimpiangere Insigne. Dura, da quelle parti…