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WILFRIED BONY, ALFIERE DELLO SWANSEA

27.04.2014 | 11:30

C’era chi aspettava al varco Wilfried Bony: segnare caterve di gol in Olanda è facile, pensavano i detrattori, ma in Inghilterra, patria del football che può esporre in vetrina il campionato più bello del mondo, la musica sarà ben diversa.

E invece no, i fatti hanno dato ragione allo Swansea, che lo scorso 11 luglio ne annunciò l’acquisto, facendogli sottoscrivere un quadriennale, dopo aver versato oltre 14 milioni di euro nelle casse del Vitesse. Un approdo che lasciò un po’interdetti gli addetti ai lavori, dal momento che nei mesi precedenti l’attaccante della Costa d’Avorio era stato accostato a club inglesi decisamente più blasonati quali Chelsea, Liverpool e Arsenal, al di là dei rumors che avevano chiamato in causa anche Zenit, CSKA Mosca, Porto e Benfica tra le altre.

Tornando ai numeri annuali del nostro protagonista quotidiano, con la doppietta di ieri realizzata contro l’Aston Villa fanno 16 in Premier League, considerando le altre competizioni (Europa League, FA Cup e Coppa di Lega) lo score stagionale parla di 25 reti. E scusate se è poco: i cigni del Galles l’affare l’hanno fatto, eccome. Non serve la palla di vetro per ipotizzare una corposa plusvalenza per la società di Huw Jenkins all’atto della futura cessione del giocatore. 

Wilfried Guemiand nasce a Bingerville il 10 dicembre del 1988 e, nel corpo di un’intervista rilasciata al sito ufficiale dell’Uefa, racconta così i suoi primi passi nel mondo del calcio: “Son cresciuto giocando nella mia città su campi sabbiosi, non c’era quasi mai l’erba. A 13 anni ho iniziato a giocare indossando un paio di scarpe. Mi facevano male ai piedi, mi sentivo più a mio agio senza. La mia tecnica deriva proprio dalla sabbia”.

Formatosi nella Cyril Domoraud Academy, la scuola calcio aperta dall’ex “fenomeno” interista (6 presenze nella stagione 1999-00), la sua prima esperienza da professionista la matura in patria tra le file dell’Issia Wazi, con cui vince una coppa nazionale. Il Liverpool nel 2007 lo testa, ma il ragazzo non supera il provino e così si accasa allo Sparta Praga. Superata la fase d’ambientamento in una realtà del tutto nuova, Bony entra ben presto nel giro della prima squadra, contribuendo in maniera decisiva alla conquista di un titolo e di una Supercoppa nazionale. Nel gennaio del 2011, dopo 34 gol totalizzati in 79 presenze, vola nei Paesi Bassi per rispondere alla chiamata del Vitesse, che scuce circa 4 milioni per assicurarsi il diritto alle sue prestazioni sportive.

Ad Arnhem la punta esplode definitivamente, andando a segno 46 volte in Eredivisie, su 65 apparizioni, senza considerare le altre 10 reti siglate nelle altre competizioni, numeri incredibili che – oltre a consacrarlo capocannoniere dell’edizione 2012-13 a quota 31 – lo proiettano nell’Olimpo dei bomber finendo con l’attirare le attenzioni degli scout di mezza Europa. Il resto della storia, a livello di club, lo conoscete già.

Per quanto riguarda la Nazionale, dopo l’esordio nel 2010 contro il Burundi (subentrò nella ripresa al crack giallorosso Gervinho), finora sono 23 i gettoni collezionati, con 8 gol all’attivo. La stampa lo ha già ribattezzato “il nuovo Drogba”, ma si sa come al giorno d’oggi i paragoni si sprechino, spesso inopinatamente. Le qualità di Didier sono risapute, Wilfried ha caratteristiche diverse, sia fisiche (182 cm contro i 189 del campione del Galatasaray, con tutto ciò che una differente struttura comporta) che tecniche. Bony in carriera è stato infatti anche impiegato alle spalle di un centravanti, grazie alla sua abilità palla al piede ed alla propensione a non dare punti di riferimento agli avversari, muovendosi lungo tutto il fronte dell’attacco. Tuttavia è proprio nel cuore della manovra offensiva che il venticinquenne ivoriano preferisce giostrare, in modo da esaltare il suo innato killer instinct. Ecco, sotto quest’aspetto il passaggio di consegne è già in atto: in Brasile Sabri Lamouchi, che gli appassionati ricorderanno per i suoi trascorsi con le maglie di Parma, Inter e Genoa, potrà disporre di tante frecce al proprio arco (abbiamo già menzionato Gervinho, ma non vanno dimenticati anche KalouDoumbia): starà al Ct trovare le giuste alchimie, supportate qualche metro più indietro da un tal Yaya Touré