Wilhelmsson ricorda la Roma: “Mi sarebbe piaciuto restare di più. Spalletti ci trattava come figli”
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex-romanista Christian Wilhelmsson ha cambiato vita: "Ho fondato Admares, una società di costruzioni d’avanguardia. Alberghi di lusso sull’acqua, strutture sanitarie, case." Tuttavia, non ha abbandonato totalmente il calcio: oggi vive a Palm Jumeirah, un'arcipelago alle porte di Dubai, e lavora anche come scout per alcuni club degli Emirati Arabi. Il calcio è ancora il suo mondo. Lo svedese, ha ricordato la sua esperienza alla Roma: "Spalletti? Il miglior allenatore che abbia mai avuto. Mi cercò già quando allenava l'Udinese, feci un provino da giovanissimo e lo convinsi a prendermi, ma alla fine scelsi l'Anderlecht. Lì ho conosciuto Raiola. Poi nel 2007 arrivò la Roma e dissi subito di sì. Spalletti era un matto, ma in senso buono. Ha un carattere forte. Tutti noi con lui ci sentivamo al sicuro. Lo seguivamo ad occhi chiusi. Inoltre aveva un feeling mai visto coi giocatori, trattava tutti come figli. Dopo gli allenamenti restavamo anche un’ora in più a parlare di tattica e schemi. Il ricordo più bello? I festeggiamenti dopo aver vinto la Coppa Italia contro l'Inter. Eravamo sul pullman scoperto, i tifosi erano pazzi di noi e mi feci trasportare dall'entusiasmo, cantando con loro. Una grande gioia. Non ho giocato la finale contro l'Inter, ma quel trofeo lo sento mio. Totti era un leader tecnico, col pallone faceva quello che voleva. Uno dei migliori mai visti. Poi amava fare scherzi e battute. De Rossi aiutava tutti invece, alcuni suoi discorsi erano speciali, da brividi. Ricordo con affetto anche Panucci, una brava persona. Arrivai in prestito con diritto di riscatto, avevamo trovato l'accordo ma il costo del cartellino era troppo alto. Il club era contento, Spalletti anche, ma subentrarono altri fattori. Sono stato benissimo a Roma, e tuttora resto molto legato a quell'ambiente. Mi sarebbe piaciuto restare di più."
Foto: profilo Twitter ufficiale AS Roma