WILLY, MURO DI MALAGA
04.04.2013 | 09:57
Con quel soprannome, Wilfredo Daniel Caballero Lozacano, ha capovolto il mondo. Veloce e reattivo, lettura perfetta delle conclusioni del Borussia Dortmund. E la porta resta inviolata. Alte o basse, le palle sono tutte sue. Altro che Willy, nella serata di Champions l’estremo difensore del Malaga si traveste da Beep Beep e la figura dei coyotes la fanno Lewandowski e compagni. In archivio ci va a finire uno 0-0 che non rende giustizia al numero di palle gol create dalla banda di Jurgen Klopp. “Abbiamo conquistato il rispetto del Borussia“, ha detto Willy Caballero a fine gara. Come dargli torto? I tedeschi macinano gioco, bel gioco, ma puntualmente incontrano sulla loro strada un muro. Un muro altissimo. Invalicabile, alzato dal numero tredici argentino che di mestiere usa piedi e mani. Istinto puro. Non è un ragazzino Willy. La carta d’identità pala chiaro: a settembre spegnerà 32 candeline. Né tanti, né pochi per un portiere. Cresce in Argentina e appena 20enne diventa titolare nel Boca Juniors. La prima vetrina a livello mondiale lo rende subito protagonista perchè riesce a vincere la Coppa Intercontinentale superando il Milan alla lotteria dei calci d rigore. Nel 2004 inizia la carriera in Spagna con la maglia dell’Elche, in Segunda Division. Quasi 200 presenze, si eleva a beniamino dei tifosi, prima di tornare un anno in Patria per difendere i pali dell’Arsenal di Sarandì. Nel 2011 passa al Malaga per un cifra da discount: 900 mila euro il costo del cartellino. Parte da riserva, alle spalle di Ruben e di Sergio Asenjo (infortunato). Piano piano si fa notare e si prende le chiavi della retroguardia. Tanto che il Malaga gli rinnova il contratto fino al 2016. Da quelle parti ci hanno visto bene. Se l’undici di Pellegrini è ancora in corsa per le semifinali di Champions, la gran parte del merito è di Willy Caballero. Anzi, di Beep Beep Caballero.