WINSTON REID, LA FIRMA SULL’ULTIMA GIOIA AD UPTON PARK
11.05.2016 | 11:10
Una serata magica. Può sembrare un’espressione banale, scontata, retorica. Ma, fidatevi, l’ultima all’Upton Park non può essere definita diversamente. Il 3-2 tra West Ham e Manchester United è il perfetto finale degno di una delle più appassonanti e allo stesso tempo malinconiche fiabe da poter raccontare negli anni a venire. E così, quello che sulla carta sarebbe dovuto essere un semplice monday night della Premier, si è trasformato in un turbinio di emozioni difficilmente pareggiabile. Con, sullo sfondo, il lunghissimo passaggio di testimone all’Olympic Stadium di Londra.
Due giorni fa la stampa britannica ha fatto sapere che circa 50 mila tifosi del West Ham hanno già sottoscritto il proprio abbonamento per la prossima stagione. Qualcuno si è già portato avanti con il lavoro, prenotandosi addirittura per il 2017/2018. Un segnale fortissimo, frutto di una programmazione societaria seria e ambiziosa e di un amore sconfinato. Che sia nell’impianto che ha ormai chiuso i battenti o in uno che ha solo quattro anni di vita. E l’anno prossimo, al netto di clamorosi capitomboli nell’ultima giornata di campionato, gli Hammers giocheranno anche l’Europa League. Gran parte del merito spetta proprio all’emozionante 3-2 rifilato allo United. Che, per circa quattro minuti, aveva assaporato il sorpasso al fotofinish ai cugini del City grazie alla doppietta di Martial, salvo poi dover alzare bandiera bianca al cospetto di ben più di undici giocatori. Già, perché non si può numericamente non considerare un pubblico del genere. Il classico uomo in più? Forse andiamo oltre. Forse è stata proprio questa la spinta decisiva al momento dell’elevazione di Winston Reid, quando al minuto 81 sugli sviluppi di un corner ha tramutato la sua imperiosa incornata nel gol del definitivo sorpasso.
Lui sì che avrà una fiaba da tramandare per decenni. Reid potrà sedersi davanti al camino e dire: “Sapete, una volta l’Olympic Stadium non esisteva. C’era l’Upton Park. E, quando il West Ham giocava ancora lì, l’ultimo a fare gol sapete chi è stato? Sì, proprio io. Il mio nome è sui libri di storia”. Un racconto edulcorato, forse più strappalacrime di come effettivamente andrà a verificarsi. Ma il concetto non cambia. Chi se lo sarebbe aspettato? Chi avrebbe mai potuto immaginare che un giorno un difensore neozelandese con cittadinanza danese avrebbe chiuso a doppia mandata le emozioni dello stadio di Newham? Probabilmente nemmeno il diretto interessato. Che in carriera spesse volte ha dimostrato di essere abile nel gioco aereo e di possedere anche il vizietto del gol (merito soprattutto dei suoi 190 centimetri di altezza). Ma che mai aveva vissuto un’emozione tanto intensa quanto leggendaria. Lo testimonia in primis la sua bacheca ancora vuota. A luglio compirà 28 anni, è nel pieno della sua maturazione professionale e ormai un veterano degli Hammers, essendosi trasferito a Londra nel 2010 dopo i cinque anni in patria con il Midtjylland. Ci sono cose, però, che vanno ben oltre un trofeo alzato al cielo. Sì, il calcio può regalarti gioie persino superiori a quelle della vittoria di una competizione. Se poi sono frutto di una personalissima marcatura, non si può davvero chiedere nulla di meglio.
Sono Winston Reid. E ho mandato in pensione l’Upton Park. Regalando un sorriso, forse amaro. Ma pur sempre al profumo di storia.
Foto: West Ham on Twitter