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Falcone: “Io figlio della Samp. Tanta gavetta, ma non ho mai mollato”

26.02.2022 | 09:48

Wladimiro Falcone rappresenta una delle belle soprese nella stagione attuale in Serie A: il portiere della Sampdoria, dopo aver iniziato il campionato come secondo di Emil Audero, ha sfruttato l’infortunio subito da quest’ultimo a gennaio per ritagliarsi il suo spazio e scalare le gerarchie, stupendo tutti per le prestazioni positive. Intervistato da La Gazzetta dello Sport ha raccontato il suo percorso, partendo dalla trattativa che in estate avrebbe potuto portarlo allo Spezia: “L’operazione saltò all’ultimo. Nelle settimane precedenti quasi tutti i club di B si erano interessati a me. Io spingevo per andare a giocare, la Ternana mi voleva in prestito, lo Spezia – dove c’è Pecini, che mi conosce bene – mi avrebbe acquistato. A gennaio poi c’è stata la Spal. Qui ero chiuso da Audero, sarei andato a giocare sei mesi, ma poi sono risultato positivo al Covid-19, Emil si è fatto male e ora sono qui”.

Falcone prosegue: “Ogni calciatore ha il suo percorso, ho tardato un po’ ad arrivare dove sono ora, ho fatto tanta gavetta in C, alcune scelte potevano andare meglio. Penso a Livorno e a Bassano: in molte piazze ho dovuto lottare per la salvezza, ma sono cresciuto. Mi dicevano che avevo tante qualità, ma dovevo fare uno scatto sul piano mentale. È successo. Ho giocato a Gavorrano, una piccola realtà, ma sono grato a questo club che mi ha dato l’opportunità. A Lucca c’era la penalizzazione, ma ci siamo salvati. Poi il Cosenza, una piazza che amo, mi hanno trattato benissimo, un campionato super. Anche quest’anno mai ho mollato”.

Sul rapporto con i blucherchiati: “Io sono un figlio della Samp. Dopo tre anni alla Lodigiani (non all’Ostia Mare) e uno alla River Perconti, sono venuto qui. Un trasferimento non facile, avevo 15 anni e ho lasciato tutto il mio mondo a Roma. Ma ora conosco tutti da quando sedicenne mi affacciai in prima squadra. Sono il loro figlioccio”.

I punti di riferimento: “È bello fare la parata decisiva, ma il massimo è trasmettere sicurezza ai compagni. Un modello? Nessuno, ma penso a Buffon, il miglior portiere della storia. Mi piace Courtois: con i dovuti paragoni, mi rivedo in lui”.

Uno sguardo al futuro: “So che Audero, di cui ho grande stima, tornerà a giocare. Mi limito a cercare di non farlo rimpiangere, l’importante è che la Samp raggiunga l’obiettivo“.
Foto: Twitter Sampdoria