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YOSHINORI MUTO, DAL FATTORE ITALIA AL SOGNO CHELSEA

10.04.2015 | 09:30

La bellezza di 200 milioni di sterline di attivo in cinque anni valgono un investimento da 4 milioni? Domanda più che retorica. A tanto, circa 275 milioni in euro, ammonta infatti l’importo che la Yokohama Rubber, colosso manifatturiero del Giappone, verserà nelle casse del Chelsea fino al 2020 a titolo di sponsorizzazione, prima maglia compresa. E la seconda cifra, pari al 2% della prima, il club londinese dovrebbe destinarla all’acquisizione di un talento del Sol Levante, Yoshinori Muto, 22enne attaccante del Tokyo FC.

Smentite di circostanza a parte, tutto torna: non serve infatti un guru del marketing per benedire tale eventuale operazione commerciale, ideale volano per la diffusione ancor più capillare del brand in un mercato, quello asiatico, che può rendere tantissimo a società già iper visibili come quella di Abramovich. In tanti ci avevano pensato ben prima del magnate russo, in Italia i precursori furono nei lontani anni 90 Aldo Spinelli (portò Miura al Genoa nel 1994) e Luciano Gaucci (Nataka sbarcò a Perugia quattro anni più tardi).

Tornando al nostro personaggio del giorno, ieri mattina vi abbiamo riferito in anteprima la notizia, riportandovi anche le parole proferite dal presidente del Tokyo, Naoki Ogane, ai taccuini del quotidiano Sports Nippon: “Sì, il Chelsea ha presentato una proposta formale con le sue condizioni. Vogliono acquisire il ragazzo in estate, sia Muto che io non abbiamo deciso ancora niente, ma per me è un onore ricevere questa offerta da un grande club”. Nessun accenno al quantitativo di cash, ma l’indiscrezione ha successivamente trovato conferma anche in Inghilterra. Prima di esaminare le tappe più significative del percorso sin qui compiuto dal calciatore nipponico, s’impone una considerazione: la vendita del prodotto calcio a livello globale rischia di far aumentare ulteriormente la forbice tra certe squadre europee e il resto dei competitors, altro esempio è rappresentato dall’Atletico Madrid: finanziato dallo stato dell’Azerbaijan (main sponsor) e partecipato in quota (20%) dal Dalian Wanda Group, potenza imprenditoriale cinese multimiliardaria e attiva nei settori più svariati.  

La storia di Yoshinori, nato nella Capitale il 15 luglio del 1992, è davvero molto singolare. Dopo essersi accostato al mondo del calcio già alle elementari, Muto nel 2002 entra nel vivaio del Tokyo FC, dove si forma e completa tutta la trafila delle giovanili. Lo sport, però, non è tutto, come minimo meglio lasciarsi un’altra porta aperta. E così, nel 2011, il ragazzo – all’epoca diciannovenne – si iscrive alla facoltà di Economia, continuando a giocare come centrocampista per la squadra dell’Università Keio. Da subito inizia a farsi notare per le sue propensioni offensive e, al termine della stagione, si aggiudica il premio come miglior giocatore fra le matricole del primo anno.

Nelle successive due annate il Tokyo lo richiama da Special Designated Player, formula che consente alle compagini partecipanti alla Japan League di avere all’interno del proprio organico, come riserva, un giocatore universitario non vincolato da contratto Pro. Il 6 luglio del 2013 scende in campo per un piccolissimo spezzone contro il Sanfrecce, poi un anno di oblio totale…fino all’entrata in scena del fattore Italia, assolutamente decisivo per lo sviluppo della carriera del giovane orientale.

Il 29 dicembre del 2013, infatti, Massimo Ficcadenti viene assunto come nuovo allenatore del Tokyo Fc e l’ex tecnico di Cagliari, Cesena e Verona convince la società a puntare su Yoshinori. Dall’1 marzo del 2014 (data dell’esordio da titolare contro il Kashiwa Reysol) ad oggi la sua è stata un’ascesa inarrestabile e repentina. Il suo attuale ruolino, in un solo anno di professionismo, parla di 17 reti e 3 assist in 42 partite. Ficcadenti lo impiega abitualmente da attaccante esterno ma, grazie ad una versatilità non indifferente, Muto può giostrare anche da finalizzatore puro. Munito di un fisico agile (179 cm per 72 kg), a suon di prestazioni il giocatore è riuscito a conquistare anche la maglia del Giappone, ciliegina sulla torta apposta per la prima volta da Javier Aguirre (il successore di Zaccheroni, già sostituito con Halilhodzic), che il 5 settembre del 2014 gli ha regalato la gioia del debutto contro l’Uruguay di Edinson Cavani. Adesso nel suo futuro può esserci il Chelsea, che verosimilmente lo girerà un anno in prestito al Vitesse per consentirgli di accumulare le presenze in Nazionale necessarie all’ottenimento del permesso di lavoro, passaggio fondamentale per poter calcare i manti erbosi della Premier League. Scenario quest’ultimo anticipato nella mattinata di ieri da svariati tabloid britannici. La speranza del popolo di Stamford Bridge è che la vocale finale faccia la differenza: Adrian Mutu, sulle rive del Tamigi, ha lasciato brutti ricordi…e una causa persa.  

Foto: zimbio.com