Da Zamuner a Minotti, lo strano destino dei direttori di Lega Pro
Certo che è strano, molto strano. Alla vigilia di
Padova-Reggiana, storia di diverse settimane fa, il dg e responsabile dell’area tecnica del club veneto
Giorgio Zamuner si era messo alla ricerca di un nuovo allenatore. Non avendolo trovato, malgrado qualche incontro, aveva poi deciso (più che altro fu costretto) a confermare
Oscar Brevi in panchina. Lo stesso che sbancando
Parma ha in pratica sentenziato l'esonero di
Apolloni. Della serie: allora, caro
Padova, il problema non era l'allenatore? E come mai aveva deciso di mandarlo via convocando summit con altri tecnici? Noi pensiamo che, soprattutto in Lega Pro, ci voglia il massimo della precisione. Prendiamo
Lorenzo Minotti, una bandiera per il
Parma ma non troppo competitivo come responsabile dell'area tecnica. Mai siamo riusciti a capire cosa ci facesse come seconda voce in telecronaca e come opinionista il sabato o la domenica: lui a commentare la serie A mentre il suo
Parma stava giocando. Era una cosa lecita, chi glielo ha permesso? Sarebbe come se
Ausilio, Giuntoli e
Paratici facessero gli opinionisti mentre contemporaneamente stanno giocando
Inter, Napoli e
Juve. Impossibile. Diamo un po' di ordine a tutto, poi non lamentiamoci se le cose vanno a rotoli. Se sono il direttore dell’area tecnica del Parma, giusto che faccia il direttore dell’area tecnica del Parma. Al massimo qualche ospitata, non l'opinionista. Ecco perché spesso la
Lega Pro diventa un minestrone incomprensibile e indigesto per chi è costretto ad accettare determinate cose.