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ZANETTI, I MILLE COLORI DEL VENEZIA

21.05.2021 | 15:02

Paolo Zanetti è l’uomo copertina del ritorno dei playoff di Serie B: con un pareggio sudato contro il Lecce al Via Del Mare, il Venezia si è guadagnato l’accesso alla finale playoff contro un’altra protagonista, il Cittadella di Venturato. Un derby veneto che decreterà chi sarà la terza promossa in massima serie.

Zanetti è il volto di questo Venezia che sorride, che in silenzio ha zittito tutti e che potrebbe ora prendersi la Serie A dopo 19 anni di assenza in laguna. A fine gara, con umiltà, con concretezza, ha reso merito al valore del Lecce, dell’avversario, affermando come il suo Venezia partisse addirittura per salvarsi. E ora ritrovarsi ad un passo dalla Serie A vuol dire che è stato fatto un autentico miracolo.

La qualità di Paolo Zanetti non è stata mai messa in discussione, grazie specialmente alle sue idee tattiche e per la capacità di soffrire. Non solo la ricerca del bello a ogni costo, del gioco e dello spettacolo applicati al risultato ma anche del mettersi il vestito giusto, l’elmetto, e saper combattere (sempre metaforicamente parlando).

Dopo una carriera da calciatore, che lo ha visto anche militare in Serie A, e il suo ritiro nel 2014, Zanetti sapeva già cosa avrebbe fatto. L’allenatore. In tanti suoi ex compagni di allora, in diverse occasioni, rivedevano in lui un tecnico già in mezzo al campo, pronto a spronare i compagni, a caricare i suoi in qualsiasi circostanza, a leggere un’azione, una mossa degli avversari.

Qualità che chiaramente ha saputo poi mantenere anche una volta diventato allenatore.

Zanetti ha iniziato la carriera da allenatore nelle giovanili della Reggiana, club con cui aveva finito la carriera da calciatore nel 2014. Prima collaboratore tecnico, poi vice allenatore e poi allenatore della Berretti.

Il primo incarico da allenatore della prima squadra arriva con il Sudtirol, nel 2017. Un club ambizioso, in Lega Pro, che infatti porta al secondo posto in classifica nel 2017-18, perdendo poi ai playoff in semifinale dal Cosenza di Piero Braglia. Il club gli rinnova la fiducia e l’anno successivo, con la squadra che partiva un pò più ridimensionata, giunse sesto, perdendo poi al secondo turno ai playoff, contro il Monza.

Nel giugno 2019 arriva la giusta chiamata in Serie B. E’ l’Ascoli a tesserarlo, club con cui aveva giocato nel 2006-07. Il 27 gennaio 2020 viene sollevato dall’incarico con la squadra al tredicesimo posto a tre punti dalla zona play-off (27 punti in 21 partite). Gli dà una chance, quindi, il Venezia. Il 14 agosto 2020 firma con i lagunari un biennale. L’obiettivo del primo anno è una salvezza tranquilla.

La compagine veneta non solo sbalordisce tutti, per gioco e compattezza, ma addirittura ora è ad un passo dalla Serie A, il frutto di un lavoro certosino e molto diligente di un allenatore umile, bravo a leggere le situazioni e a lanciare tanti giovani.

Zanetti non è legato essenzialmente ad un modulo. Con il Venezia sta facendo grandi cose con il 4-3-1-2, con il Sudtirol ha iniziato con il 3-5-2, passando poi al 4-3-1-2 in Lega Pro. Lo stesso tecnico, in una intervista, aveva reso chiaro che per lui il modulo non è una questione di numeri, ma di atteggiamento dei calciatori in campo. “Gli avversari ci conoscevano e in attacco avevo più soluzioni. Non sono legato a un modulo: bisogna saperli allenare tutti, la differenza è in difesa. Qui faccio un calcio dinamico, non attacchiamo o difendiamo mai alla stessa maniera”.

Insomma, idee tattiche non indifferenti per un tecnico, non ancora quarantenne (classe 1982), che può entrare nel lotto degli allenatori del futuro, come abbiamo già visto ad Empoli con Dionisi, insomma, un nuovo che avanza.

“Io credo nel lavoro. E con i sacrifici devi sperare che il destino venga dalla tua parte”. Così parlava Zanetti all’inizio della carriera da allenatore, una carriera, che nel giro di pochi anni, potrebbe svoltare e spiccare il volo verso l’alto, così come il suo Venezia.

Foto: Twitter Venezia