Zangrillo: “Retegui aveva aspettative molto elevate. Gilardino? Rapporto speciale”
Il presidente del Genoa,
Alberto Zangrillo ha rilasciato una lunga intervista a
Telenord, dove ha parlato così del futuro del club e non solo. Queste le sue parole:
"Ho chiesto proprio oggi a Steven Pasko quale fosse la situazione, se il Genoa fosse ancora di proprietà dei 777: la risposta è stata assolutamente sì. Allo stato di oggi Il Genoa Cfc ad oggi è di proprietà dei 777, così come negli ultimi tre anni ormai". Sul futuro:
"L'abbattimento del debito aumenta le nostre responsabilità perchè siamo sotto la lente. Ci aspetta una progressiva evoluzione verso l'autosostenibilità economica, che comporta un percorso difficile, soprattutto in un contesto in crisi come il calcio italiano. Tutti noi dobbiam oessere protesi a andare nel perseguire questo obiettivo che è un atto di responsabilità. Ci metto la faccia, anche su questo. Dobbiamo navigare in un contesto che non è quello proposto 3 anni fa dai 777 con grandi proclami all'americana e Josh Wander che agitava il pugno sotto la Nord e prometteva la Uefa: questa è storia. Dobbiamo avere il coraggio di rivisitare le nostre aspettative, essere sinceri e coerenti. Quindi, come lo scorso anno avevo detto che l'obiettivo era una salvezza tranquilla, non posso che ribadire l'obiettivo per questo anno". Sul mercato:
"Ci siamo liberati di una serie di figure che appesantivano il costo aziendale. Giocatori a cui ero affezionato ma che non facevano parte della rosa ideale di mister Gilardino.
Su Retegui: "
Situazione ancora più difficile. Il ragazzo aveva aspettative personali molto elevante che coincidevano con la volontà di mantenere il posto in Nazionale, qualcuno sentiva che se avesse continuato a giocare per una squadra che non giocava le Coppe, sarebbe stato danneggiato. A lui auguro ogni bene, ricordo che l'abbiamo scoperto noi" Su Pinamonti "
E' una persona seria, è un piccolo Jannik Sinner su cui credo molto. Gollini? Ho molte aspettative, mentalmente è strutturato in modo positivo e merita di essere sostenuto. Posso dire che lui davvero voleva venire al Genoa, per me è già importante questo- Il fine è il bene del Genoa e ben venga se ciò dovesse passare attraverso la tacitazione di qualsiasi controversia emersa in questi tempi: significa che la nostra governance internazionale è vincente. Per essere tali serve tranquillità economica, unità di direzione e supporto della nostra gente. Se i genoani non credessero in me, mi porrei delle domande e penserei alla reputazione che mi sono costruito faticosamente. Non ho deleghe, non faccio mercato: sono tutte cose che subisco. In cambio, però, esercito un ruolo istituzionale tra Lega di Serie A e Roma. Lavoro in retroguardia, sono molto libero di mente e senza conflitti personali. Il ceo Blazquez è il padre padrone, a Pegli si fa quello che dice lui. Spors e Dransfield non sono spariti, a loro fa riferimento la proprietà. De Gea e Perisic sono stati due dinieghi di Dransfield: c’è una proposta di un profilo, una condivisione con l’allenatore e l’ascolto della sua opinione e la risposta d’oltre oceano con il pollice alto o pollice verso". Su Gilardino:
"Ho un rapporto personale molto forte con lui, se è rimasto lo si deve anche a me, e ciò me lo riconosce. È una persona che agisce passo dopo passo e ascolta lo staff, da Caridi a Murgita, Raggio Garibaldi e Scarpi: è un piacere vederli lavorare. Con Blessin c’erano 20/25 elementi che non si parlavano tra di loro. Il mister è diventato un comunicatore, sa trasmettere anche grazie a un grande capitano che sa comunicare con i suoi silenzi e il suo comportamento". Foto: twitter Genoa