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Zaniolo: “All’Entella mi misi a piangere, pensai di cambiare sport. Le critiche? Ora sono più forte”

08.01.2020 | 12:25

Nicolò Zaniolo si racconta. Il gioiello della Roma, intervenuto ai microfoni di Dazn, ha parlato così del suo passato, presente e futuro: “Se ho sempre pensato di fare il calciatore? Nella mia carriera calcistica, soprattutto nel settore giovanile, non sono mai stato uno di punta, non visto come uno che doveva arrivare. Sono sempre stato piccolo fisicamente, dovevo entrare nella fase dello sviluppo e quando la Fiorentina mi ha detto che non potevo stare più lì per motivi tecnici sono andato via, ma con lo stesso entusiasmo e voglia di giocare a calcio. Sono andato all’Entella dove ho trovato più spazio e persone che credevano in me. All’Entella sono arrivato a preparazione quasi finita. Ero al bar di mio papà e nelle prime quattro partite non avevo giocato. Mi ero messo a piangere dicendo a mio padre che se non avessi giocato lì avrei dovuto cambiare sport o dedicarmi ad altro. Mi sono detto che magari le qualità non c’erano. Mio padre mi ha detto di provare a fare l’ultima settimana a mille, senza avere rimorsi e io l’ho fatta. Da quella partita ho iniziato a giocare e non sono più uscito. Il debutto in Champions League con il Real Madrid? Non ti nascondo che sapevo di giocare quella partita già dalla mattina, sono rimasto tutto il giorno a fissare il soffitto, incredulo. Sembravo paralizzato, ero stato al Bernabeu solo per una gita. Nel sottopassaggio non vedi il campo, vedevo solo accanto a me una muraglia di maglie bianche e gente come Ramos, Bale e Modric. Devi restare solo tranquillo e pensare che se il mister ti sta facendo giocare in un momento come quello vuol dire che te lo meriti e ha visto qualcosa in te. Ho provato a dare il mio meglio e non è andata così male. Le critiche? Nella mia vita calcistica fino a questo momento ho avuto più delusioni che soddisfazioni, quindi le critiche mi sono sempre servite per dare qualcosa in più, per essere più forte. L’anno scorso c’è stato un periodo in cui si aspettavano tanto da me, perché avevo fatto tanto e non riuscivo. Non mi sono mai abbattuto, sono sempre venuto al campo con il sorriso per dare il massimo e migliorare. Una piazza come Roma richiede tanto ed è giusto che ci siano state critiche se le prestazioni non erano all’altezza. Le critiche mi hanno fortificato molto. Non nascondo che non ci sono stato bene. Passare dall’essere osannato a criticato non è bello per un ragazzo di 20 anni, ma ora ho le spalle un po’ più larghe, anche se non larghissime. Ora come ora penso a giocare e divertirmi. Se c’è la prestazione buona meglio, ma l’importante è far vincere la squadra”, ha chiuso Zaniolo.

Foto: Twitter ufficiale Roma