Zappi (AIA): “Ho in mente un canale tematico col quale spiegare le decisioni arbitrali. Ascolto audio VAR? Mi piacerebbe che il calcio seguisse l’esempio del rugby”
16.12.2024 | 09:57
Antonio Zappi, da poco eletto presidente dell’Associazione Italiana Arbitri (AIA), è intervenuto nel corso della trasmissione Radio Anch’io Sport. Durante l’intervista, ha delineato le linee guida del suo nuovo mandato, condividendo le priorità e gli obiettivi futuri.
“Sabato abbiamo ottenuto un grande consenso su quella che è una proposta evolutiva del nostro mondo. Vogliamo andare in una direzione di rafforzamento e di centralità delle eccellenze tecniche. Ci dobbiamo svincolare da alcune interferenze politiche che negli ultimi tempi ci hanno creato dei problemi interni. Nel giro di poco tempo, è mia ferma intenzione istituire una direzione tecnica che minimizzi le problematiche che hanno afflitto la classe arbitrale”.
Dove si pescano i nuovi arbitri?: “Nei programmi di formazione bisogna partire da attività di coaching e mentoring. A me piacerebbe un sistema nel quale il calcio avverta la necessità di avere una classe arbitrale migliore. Abbiamo da molti anni delle proposte di doppio tesseramento, con la possibilità per i ragazzi di giocare e di fare gli arbitri. Chi ha giocato a calcio, può diventare velocemente arbitro. Dobbiamo aprirci al mondo delle scuole. Mi piacerebbe coinvolgere anche i giocatori della Nazionale per invogliare e invitare i ragazzi a fare gli arbitri”.
VAR a chiamata: “Premettendo che sarà l’IFAB a decidere tempi e modi, credo che il VAR a chiamata possa affermare un criterio di giustizia sostanziale. A me piacerebbe un sistema all’interno del quale chi esce dal terreno di gioco abbia la certezza e la consapevolezza che la decisione assunta sia quella giusta. Mi piacerebbe un’evoluzione protocollare che vada in questa direzione. Ascolto audio VAR? In un’ottica di piena trasparenza, mi piacerebbe che il calcio seguisse l’esempio del rugby, con la possibilità degli arbitri di spiegare a tutti le decisioni ed evitare a chiunque di poter mantenere qualsiasi retropensiero”.
Come evolverà il ruolo dell’arbitro?: “Non immagino un arbitro che sia un mero esecutore di ordini della sala VAR. La sensibilità che si ha sul terreno di gioco per assumere la decisione migliore deve rimanere. Immagino un sistema in cui il capitano o l’allenatore possa avere un potere di on field review. Chi ritiene di aver subìto un torto, deve immaginare di poter alzare la mano e dire ‘arbitro, ritengo di aver subìto un’ingiustizia”, ovviamente in maniera limitata, in cui si possa conservare o perdere il diritto della chiamata a seconda dell’esito del VAR sull’episodio, per evitare così prospettive ostruzionistiche. Ma sarà l’IFAB a dirci come muoverci”.
Sulle interviste agli arbitri a fine gara: “Chi si occupa di comunicazione, sa benissimo che, in un contesto di stress, una parola espressa male davanti a milioni di persone può creare una grande confusione e può essere fuorviante. Ho in mente di istituire un canale tematico col quale spiegare le decisioni arbitrali, nei tempi e nei modi giusti. Immediatamente dopo le gare è complicato immaginare interviste a caldo”.
Ex calciatori in sala VAR: “Come consulenti tecnici, tutti gli addetti ai lavori sono utili. Includerli direttamente in sala VAR sarebbe eccessivo. Separazione carriere tra arbitri di campo e al VAR? Si deve andare sempre di più verso una specializzazione, sono funzioni essenzialmente diverse”.
Foto: twitter AIA