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ZARATE, INCASTRO TOTALE

05.01.2013 | 11:15

Mauro Matìas Zarate, per tutti Maurito, è nato a Buenos Aires nel 1987. In casa Lazio non c’è più spazio per lui, ormai è chiaro: la frattura con società ed allenatore è insanabile. L’argentino ieri ha attaccato su Twitter, digitando parole pungenti: “Sono in partenza per Roma, a fare il pastore a Formello per un anno”. Petkovic gli ha dato spazio zero, visto il suo scarso impegno in allenamento e il suo non coinvolgimento all’interno del gruppo: “Penso che sia colpa sua. Per tre mesi ho tentato in tutte le maniere di coinvolgerlo. Forse è una sconfitta anche per me. Qualcuno ha detto che sia stata la società a impormi certe scelte tecniche, ma non è vero. Per me prima di tutto viene il collettivo”. Secca anche la risposta di Lotito: “Non bado a queste cose, non seguo i social network. Non rispondo a Zarate, perchè sono i dipendenti che devono rispondere alle scelte della società e non la società che deve rispondere alle loro frasi”. Il suo procuratore Luis Ruzzi, ai microfoni di Radio Sei, ha annunciato l’interessamento di una bg per girare l’argentino al Genoa:  “C’è una grande squadra, che lo comprerebbe e lo girerebbe in prestito al Genoa. Il problema è che Lotito vuole 10 milioni”. Così, la carriera di un annunciato e mai scoppiato talento, rischia di perdersi definitivamente. La sua carriera inizia nel Vélez Sarsfield, dove inizia ad essere convocato già a 17 anni. Nel 2006 gioca un gran Torneo di Apertra, siglando 12 reti, bottino che gli vale il titolo di capocannoniere assieme a Rodrigo Palacio. Ma l’Europa non arriva subito, perchè Zarate viene acquistato per 20 milioni dall’Al-Sadd, club del Qatar. La scelta, come lui stesso ammetterà, è stata meramente per questioni economiche e l’anno successivo, Zarate approda in Inghilterra. Al Birmingham però stenta e realizza solo 4 gol, nella stagione che vede la squadra retrocedere in Championship. Nel 2008, viene acquistato dalla Lazio, attraverso la formula del prestito oneroso per 3 milioni di euro e diritto di riscatto fissato a circa 17. Nella sua prima stagione, Maurito diventa l’idolo dei tifosi, realizzando 16 gol, di cui alcuni bellissimi (capolavoro nel derby con la Roma). Ma l’anno successivo, le prestazioni cominciano a diventare più opache: solo 3 i gol in campionato e quel vizietto di non passare mai la palla ed intestardirsi con i dribbling diventa quasi snervante per il pubblico. Nel 2011, l’Inter decide di dargli una chance, prelevandolo in prestito con un contratto in cui spuntava  una clausola con 15 000 euro di bonus per ogni assist effettuato. Maurito non brilla e mette a segno solo 2 gol in campionato e uno in Champions. Di qui il ritorno alla Lazio, da separato in casa. La situazione è bloccata, un incastro totale.