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DOVE C’È ZEMAN C’È SPETTACOLO

20.02.2017 | 09:37

Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. È il caso di Zdenek Zeman e del Pescara. Il club abruzzese, dopo l’esonero di Massimo Oddo, riparte dal tecnico boemo, colui che ha guidato il Delfino verso la storica promozione in Serie A nella stagione 2011/2012, valorizzando giocatori del calibro di Marco Verratti, Ciro Immobile (capocannoniere in quell’annata con 28 centri) e Lorenzo Insigne (autore di 18 reti), diventati di lì a poco dei veri e propri fuoriclasse. Zeman, venerato dalla piazza abruzzese dopo quella sensazionale cavalcata, fatta di calcio spettacolo e gol a raffica, ottenne una storica promozione per il Delfino, che mancava da ben 19 anni. E adesso Zemanlandia è tornata: cinque gol contro il Genoa, quanto il Pescara non aveva fatto nelle ultime settimane. Il ritorno di Zeman sulla panchina del club abruzzese ha avuto effetti più che positivi, se non strabilianti.

“Voglio provare a far divertire questa gente, vorrei fare bene come la prima volta. Spero che la squadra riesca a seguire le mie idee di calcio. I miei nemici parlano? Li farò ricredere“. Si era (ri)presentato così Zdenek Zeman, tornato sulla panchina del Pescara a distanza di cinque anni. Non sarebbe stata una notizia se un qualsiasi altro allenatore fosse tornato in pista, in una piazza di Serie A, dopo così tanto tempo. Il suo ritorno, invece, è stato accolto dalla curiosità e dalla solita scia mediatica che ha sempre avuto nel corso della sua lunghissima carriera. Zeman è uno dei pochi allenatori che sa prima conquistare una platea e poi stupirla con il suo calcio champagne. Il Pescara in questa stagione non aveva mai vinto sul campo: peggior difesa di A, nessuna vittoria in casa, una in trasferta a tavolino, sei pareggi e 17 sconfitte. E allora ci pensa Zeman a cambiare la musica, con il suo spartito preferito: cinque pappine al Genoa e squadra che esce tra gli appalusi scoscianti dello stadio Adriatico. “Abbiamo rotto l’incantesimo. Posso solo ringraziare i ragazzi perché in due giorni non abbiamo fatto molto, ma hanno fatto vedere che se si impegnano e se rimangono concentrati, possiamo fare bene. Io vecchio maestro? Così dicono gli altri, ma io mi sento abbastanza giovane. Ci sono quarantenni che ne dimostrano settanta. Smettere di fumare in casa di salvezza? No, per favore, ogni tanto me ne fumo una…”, ha commenato nel post partita il fresco allenatore del club abruzzese, come al solito tagliente e ironico nelle sue dichiarazioni. Chi abbraccia Zeman, abbraccia anche la sua filosofia, fatta di pane e 4-3-3. Nato a Praga, in Cecoslovacchia, il 12 maggio 1947, il boemo (soprannome affibbiatogli ai tempi del Foggia dei miracoli) si appassiona al calcio grazie a suo zio materno Čestmír Vycpálek, ex allenatore della Juventus, che gli trasmette la passione per lo sport. Ironia della sorte, proprio il club bianconero sarà uno dei tormentoni più ricorrenti nella lunga carriera di Zeman. Di lì a poco, infatti, saranno memorabili le sue polemiche e le sue battaglie – sul campo e non – contro la Juventus.

E ora Zemanlandia è tornata. Con lei anche il sogno di una città intera che non ha mai smesso di credere nella salvezza. Sarà difficile, servirà un’impresa, come ha ribadito lo stesso Zeman, ma le squadre del tecnico boemo sono sempre capaci di tutto. Perchè dove c’è Zeman c’è spettacolo.

Foto: sito ufficiale Pescara