Zhang su vendita dell’Inter: “Sono solo rumors, basta ignorarli”

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Il presidente dell’Inter, Steven Zhang, ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport intervista . L'occasione è l'imminente finale di Champions League contro il Manchester City di Pep Guardiola. E specifica che sia normale come in certi occasioni si infittiscano le voci sulla cessione della società. «Siamo un grande club, so che per molti vedere il proprio nome accostato all’Inter regala visibilità. Sono come i rumors di mercato, basta ignorarli. Finché ci sarò io, ci sarà un’Inter stabile e competitiva» Di riflesso è inevitabile un passaggio sulla situazione del prestito Oaktree. «È un fondo importante gestito da persone molto professionali. Abbiamo intenzione di rinegoziare il prestito. Troveremo una soluzione insieme per il rifinanziamento» Una tematica inevitabilmente connessa alla necessità di aumentare sponsor e ricavi: «È un argomento strettamente legato ai diritti tv nazionali e internazionali. Più audience e visibilità hai, più sponsor attiri. Nel post Covid purtroppo tante aziende sono diventate più prudenti e sono attente al budget» Mentre sul nuovo stadio, dice che il problema «è lo stesso dei diritti tv. C’è difficoltà ad accettare cose nuove e a cambiare passo. Inter e Milan sono due club in competizione ma con il medesimo obiettivo di crescita. Uno stadio in comune lo garantirebbe più di due impianti. L’idea dell’Inter è sempre solo questa. Il Milan invece ha cambiato 4 proprietà e altrettante idee. La nostra priorità è un nuovo stadio, con o senza il Milan». Sul processo che lo porta a prendere determinate scelte di mercato «E’ un rischio che corro durante il calcio mercato quando voglio comprare subito i calciatori migliori e non guardo il budget o il bilancio. Sì, a volte accade che la passione travolga la parte razionale, quando si fanno acquisti o si decide di non cedere. Spesso chiedo al nostro ds Ausilio: ‘Piero, non è che stiamo facendo un errore?’. Il dialogo con i miei dirigenti è fondamentale per cercare quel famoso equilibrio tra razionalità e passione» Zhang giura di essere totalmente assorbito dall’Inter ma di non entrare mai negli aspetti tecnici o tattici che riguardano la squadra «Non ne parlo neanche con Inzaghi, di cui rispetto ogni scelta. Da presidente odio chi vuole insegnarmi come devo gestire il mio club e quindi non faccio lo stesso errore con i ruoli altrui» Zhang ha eluso le domande sulla permanenza o meno di giocatori come Lukaku, mentre ha accetta di parlare dei tecnici che si sono succeduti durante la sua gestione. «Mi hanno tutti insegnato qualcosa. Pioli è stato il primo allenatore con cui ho lavorato in vita mia. Volevo avere un tecnico italiano che conoscesse perfettamente il campionato. Stefano mi ha dato le basi. A Spalletti sono molto legato perché ha tracciato un solco fatto di gioco, lavoro e risultati, riportando l’Inter in Champions League, un obiettivo fondamentale in quel momento. Con lui abbiamo avuto una delle migliori difese ed ho capito l’importanza di un grande reparto arretrato se si vuol vincere». Zhang ha elogiato anche Conte -«tecnico duro, di forte personalità, credo di non averlo mai visto felice, appagato o sorridere»-  e ha parlato di Inzaghi. «Se Conte è stato il più difficile, Simone è il più semplice. Lui ha grandissime capacità di gestione e infonde una incredibile tranquillità. Quando lo vedo prima delle gare, sono più teso io di lui. Inzaghi è stato un dono per me. Ed è l’uomo della finale di Champions. Spesso si chiede chi sia l’allenatore migliore o il più geniale. Io credo che siano domande sbagliate. Ogni club ha una storia differente, il lavoro di un tecnico dipende dalla fase che la società sta vivendo, dai giocatori a disposizione, da molte cose. Il calcio non è una scienza esatta». Infine un pensiero sull’esonero di Maldini dal Milan. «È un tema molto delicato, investendo un’altra società e un grande personaggio come Maldini che ha vinto così tanto nel club. Ovviamente la gente è rimasta molto sorpresa da questa separazione, ma sono cose che nel calcio accadono. Un Milan stabile e competitivo è uno stimolo anche per l’Inter, cresciamo insieme» Fonte Foto: Twitter uff Inter