ZIYECH DI CLASSE: ORO DELL’AJAX, RIMPIANTO D’OLANDA
21.10.2016 | 10:50
In Olanda forse non smetteranno mai di mangiarsi le mani. Il 19 maggio del 2015 l’ormai ex ct Hiddink convoca per la prima volta in Nazionale maggiore Hakim Ziyech, reduce da una annata strepitosa al Twente, in vista dell’amichevole contro gli Stati Uniti e del match contro la Lettonia, valido per la qualificazione a Euro 2016 (poi mancata malgrado l’avvicendamento in panchina con Blind). Il giusto premio per un ragazzo in costante crescita, che aveva fatto benissimo in Under 21 (2 gol in 3 presenze) e che in precedenza aveva accumulato sporadiche apparizioni (4 in tutto) con le rappresentative Under 20 e Under 19, senza che nessuno però – a dispetto della classe sopraffina – lo avesse mai fatto sentire importante. “E’ troppo gracile per sfondare”, sussurravano diversi soloni. Ad ogni modo, il vecchio Guus alla fine non lo fa esordire e così l’ottobre successivo, in assenza di gare ufficiali disputate, il nostro personaggio del giorno – nato nei Paesi Bassi da genitori magrebini – ufficializza la sua decisione di difendere i colori del Marocco (2 reti in 5 sfide, finora) Ah, quanto sarebbe giovato l’estro di Ziyech ad un’Olanda in pieno ricambio generazionale, alle prese con il momento più buio della sua storia recente. Rimasti troppo a lungo attaccati nostalgicamente ai vari Robben e Sneijder, adesso gli Orange si ritrovano con elementi rampanti e validi sulla trequarti (da Klaassen e Propper a Promes e Vilhena) ma con un rimpianto non da poco: nessuno al momento sembra avere le caratteristiche dello snobbato Hakim, che ieri sera ha messo a segno il suo 5° gol di questo sfavillante avvio di stagione, la prima all’Ajax, corredata già anche da ben 8 assist.
Il palcoscenico, quello dell’Europa League. Lo stadio, il Balaidos di Vigo gelato dopo minuti 22 (curiosamente il numero di maglia scelto per l’avventura in biancorosso) dalla sua accelerazione in campo aperto, finalizzata con un rasoterra chirurgico dopo aver mandato al bar e ubriacato di finte un difensore del Celta. La partita poi finirà in parità, con gli spagnoli ad agguantare il definitivo 2-2 grazie all’ex Udinese Orellana che aveva seguito nel tabellino dei marcatori Fontas e Younes, ma la prestazione in terra iberica – pregna come al solito di qualità – è servita ulteriormente a proiettare in orbita questo 23enne jolly offensivo che sta incantando l’Eredivisie, tant’è che in estate i Lancieri hanno sborsato ben 11 milioni di euro per anticipare la concorrenza (Roma compresa) e portarlo all’ombra dell’Amsterdam Arena. Badate bene, trattasi di una cifra enorme per un club autarchico come l’Ajax che storicamente, dai tempi del calcio totale in poi, costruisce la propria rosa sfruttando per lo più l’inesauribile serbatoio rappresentato dal suo mitico settore giovanile. Cruyff, Krol, Van Basten, Rijkaard, Kluivert, Bergkamp, i gemelli De Boer, Davids, Seedorf: sono nomi che vi dicono qualcosa? Verosimilmente sì e abbiamo fatto solo i primi di una lunga lista.
Proprio al cigno di Utrecht Ziyech deve tantissimo: fu lui nella stagione 2013-14 a lanciarlo titolare nell’Heerenveen, la compagine nel cui vivaio Hakim, nato a Dronten il 19 marzo del 1993, si è formato. Fu sempre Van Basten ad avanzarne il raggio d’azione, spostandolo sulla trequarti, libero di inventare calcio tra le linee specie partendo dalla destra per poi rientrare sul suo sinistro. Venendo ripagato alla grandissima: 11 gol e 10 assist, numeri che gli consentirono, dopo aver iniziato l’anno seguente sempre nella Frisia (2 presenze, 2 gol), di approdare al Twente, indossando la cui casacca nell’arco di due anni e 360 minuti della stagione in corso ha siglato ben 34 reti e 30 assist in 76 partite. Un rendimento semplicemente mostruoso, l’Ajax proprio non poteva farsi sfuggire questo sgusciante talento alto 180 cm per 66 kg di peso. Leve leggerissime che gli permettono di fare la differenza nell’uno contro uno, per poi accendere la luce negli ultimi 30 metri. Ziyech legge il gioco in anticipo, nello stretto risulta immarcabile grazie all’efficacissimo dribbling del quale è munito e inoltre, particolare non irrilevante, con il suo mancino vellutato disegna parabole spesso letali su punizione. Il resto lo fa la naturale propensione a puntare la porta, figlia dell’innato senso dell’inserimento negli spazi, e ad assistere i compagni in sede di ultimo passaggio. Volendo trovare due nei, all’interno di un quadro così entusiasmante, Hakim usa davvero poco il piede destro e fisicamente dovrebbe effettivamente irrobustirsi un po’, per pagare meno dazio in fase di contrasto. Ma tutto è perfettibile, la sensazione concreta è che Ziyech possa davvero diventare un crack assoluto: in patria ha completato l’escalation, non ci sarà da stupirsi quando lo vedremo protagonista in campionati di maggior appeal. È solo questione di tempo, nella speranza di riuscire da subito ad inaugurare l’ancora vergine palmarès, Feyenoord rullo compressore permettendo.
Foto: nu.nl