ZUKANOVIC SI PREPARA AL GRANDE SALTO

Sibillino e profetico si è rivelato Maran un mese fa, era il 25 marzo: "Zukanovic ha grandi qualità, in futuro può approdare in una big". Il buon Rolando, grande artefice del nuovo miracolo Chievo, salvatosi con largo anticipo dopo un avvio assai complicato, aveva dimenticato di specificare "prossimo" quanto al futuro.



Sì perché, notizia di questi giorni "cavalcata" ad arte dai soliti noti, il versatile difensore dell’est messosi in luce all’ombra del “Bentegodi” clivense alla sua prima stagione in Serie A, è destinato a spiccare il grande salto già in occasione della prossima sessione estiva.

L’Inter ne ha costantemente monitorato le prestazioni in campionato, il ds Piero Ausilio lo scorso 31 marzo è andato ad osservarlo in Austria-Bosnia, per saggiarne l’efficacia anche in ambito internazionale, e adesso si prepara a chiudere, avendo accumulato un buon vantaggio su Fiorentina e Lazio, gli altri club di alto cabotaggio (che l’anno prossimo faranno le Coppe, a differenza della Beneamata) ammaliati da Ervin. Un profilo che può ben rientrare nell’operazione di restyling avviata a gennaio dal club nerazzurro con l’acquisto - per luglio - del colombiano Jeison Murillo dal Granada. E che dovrebbe comprendere come minimo uno dei due centrali della Dinamo Kiev, Vida e Dragovic, quest’ultimo assente ieri sera al “Franchi” contro la Viola, nel match valido per il ritorno dei quarti di finale di Europa League che ha sancito la qualificazione alle semifinali dei toscani di Vincenzo Montella.



Il suo sbarco in Italia l’estate scorsa, in prestito oneroso dal Gent con diritto di riscatto fissato a 1 milione di euro, era passato assolutamente in sordina: zero lustrini e giubili mediatici. Con la consapevolezza, da parte del diretto interessato, che poi sarebbe stato il campo a parlare per lui.

Zukanovic infatti si è preso il Chievo quasi subito, palesando maturità e personalità disarmanti: a partire dall’esordio assoluto contro la Sampdoria, datato 24 settembre 2014, la sua è stata un’escalation continua. Con una differenza da evidenziare a caratteri fluo: Eugenio Corini lo aveva lanciato da centrale, ruolo teoricamente prediletto dal ragazzone bosniaco, Maran invece lo ha impiegato sempre sulla fascia sinistra, ruolo in cui riesce a disimpegnarsi benissimo a dispetto della stazza imponente (190 cm per 85 kg). Oltre a spiccare nel gioco aereo, il nostro personaggio del giorno è infatti abbastanza rapido di gambe ed è munito anche di un mancino mortifero. Nel complesso svolge meglio la fase difensiva, ma anche nella metà campo avversaria fa constare la sua presenza, supportando costantemente l’azione offensiva e facendosi valere sulle palle inattive.



Ervin nasce a Sarajevo l’11 febbraio del 1987, ma lascia quasi subito l’allora Jugoslavia per rifugiarsi in Germania a causa della guerra che attanaglia i Balcani. Rientrato in Bosnia (sua nuova patria dopo la divisione), si forma nella sua città natale tra le file del FK Zeljeznicar, con cui debutta nel 2005-06 raggranellando 7 apparizioni. Quindi inizia a girovagare per l’Europa, toccando Austria (Lustenau), Germania (Uerdingen) e soprattutto Belgio (Dender, Eupen, Kortrijk e Gent). Esperienze intervallate dal fugace ritorno a casa per vestire la maglia del Velez Mostar nella stagione 2007-08.

Il resto è pura attualità e il ruolino di 26 presenze, tutte da titolare, con 2 reti e 2 assist all’attivo, nella nostra massima serie fa invidia a tanti calciatori più conclamati arrivati tra mille aspettative e durati, calcisticamente parlando, dalla sera alla mattina. Un altro dato, oltre alla duttilità, va rimarcato: la correttezza. Nessuna espulsione e appena 6 ammonizioni rimediate, pochissime per un interprete della Linea Maginot.

A livello di Nazionale, compresa la prima del 16 ottobre del 2012 contro la Lituania regalatagli dall’ex ct Safet Susic, ha collezionato in tutto 7 gettoni.

L’Inter pianifica un’interessante operazione low cost: dopo il periodo di apprendistato in Veneto, superato brillantemente, Ervin è pronto al decollo. Perché ad alti livelli si può arrivare anche a 28 anni suonati, l’importante è sfruttare l’occasione giusta. E Zukanovic, la sua, l’ha sfruttata alla grande.  

Foto: zimbio.com